Orso M49, Costa: “Saperlo in gabbia fa male, meglio radiocollare”. E ordina un controllo al Casteller

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Il ministro Costa si dice dispiaciuto all'idea che 'Papillon' sia di nuovo rinchiuso. E ha incaricato gli esperti dell'Ispra e i Carabinieri forestali di verificare le sue condizioni di salute

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ROMA – “Sapere che Papillon è chiuso in una gabbia fa male. Nei suoi mesi di ritrovata libertà non ha mostrato pericolosità verso l’uomo, ha cercato cibo, come è giusto che sia. Poteva essere radiocollarato nuovamente e seguito a distanza. Il presidente della provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, con il quale sono in contatto, conosce bene la mia posizione. Quindi ho dato mandato attraverso gli uffici del ministero a Ispra e ai Carabinieri Forestali di andare a verificare le condizioni di salute di Papillon e degli altri due orsi che si trovano a Casteller, un luogo ormai al limite della sua capienza. Vogliamo che in questa detenzione almeno sia garantito il benessere animale”. Così il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

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“HO CHIESTO INCONTRO FEDRIGA, ZAIA E FONTANA SU CONVIVENZA CON ORSO”

“Non è un mistero che nei mesi scorsi io abbia provato tutte le strade per poter trovare una nuova casa per Papillon all’estero. Ma per ora le notizie non sono positive- prosegue Costa-. Credo però che il discorso vada reimpostato completamente. Premesso che la sovrappopolazione denunciata dal presidente della provincia di Trento sia da dimostrare, ho scritto una lettera ai presidenti delle regioni Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia affinchè si possa estendere ai territori da loro amministrati il progetto ‘Life Ursus’- spiega il ministro – un progetto europeo di reintroduzione dell’orso bruno ambizioso e ben riuscito, se consideriamo che questi splendidi mammiferi erano quasi estinti negli anni 80.

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“Grazie a quel progetto- come scritto nella lettera firmata dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa- nelle Alpi italiane sono presenti oggi circa 100 orsi ed appare realistico raggiungere l’obiettivo di ricreare una continuità ecologica con le popolazioni di orsi dei Balcani. Considerata l’importanza del progetto, sia a livello nazionale che internazionale, da più parti ci chiedono una valutazione per ampliare l’areale di presenza del mammifero, favorendo l’espansione degli orsi in luoghi con caratteristiche ambientali idonee, per assicurare la persistenza a lungo termine della specie nel nostro Pianeta”. Tra i vari siti italiani in valutazione le caratteristiche di questi territori appaiono, agli esperti del ministero, idonee con elevata disponibilità trofica per gli orsi bruni”.

Nella lettera per Fedriga, Zaia e Fontana, il ministro spiega che “andranno chiaramente approfondite con rigore scientifico le opportunità e le problematiche collegate ad un trasferimento di alcuni animali oggi presenti in Trentino, ma resta necessaria un’intesa tecnica e politica rispetto al progetto di reintroduzione tra le nostre amministrazioni”. Ciò detto, “sono certo che un progetto di tale rilevanza e che ha già mostrato il successo, sarà accolto favorevolmente dai presidenti Fedriga, Zaia e Fontana”, conclude il ministro.

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