Palermo, accusato di auto-riciclaggio l’ex manager Giacchetto

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Sequestrati tre immobili sull'isola di Salina, alle Eolie del valore complessivo di circa 850mila euro Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

PALERMO – Tre immobili sull’isola di Salina, alle Eolie, sono finiti sotto sequestro da parte della guardia di finanza di Palermo nell’ambito di una indagine coordinata dalla procura del capoluogo siciliano. Gli immobili, del valore complessivo di circa 850mila euro, appartengono all’ex manager della comunicazione Faustino Giacchetto, ai due figli e all’imprenditore Gioacchino Imburgia e sono ritenuti “oggetto di riciclaggio e auto-riciclaggio”.

L’indagine delle fiamme gialle e’ partita dagli esiti degli accertamenti svolti alcuni anni fa nell’ambito dell’inchiesta sulla gestione dei grandi eventi in Sicilia: l’ipotesi del tempo fu quella di un comitato d’affari composto da professionisti e imprenditori che attraverso la corruzione di politici e dirigenti pubblici, e lo “schermo” dello storico ente di formazione professionale siciliano ‘Ciapi’, avrebbe percepito contributi pubblici per diversi milioni di euro e “condizionato” il regolare svolgimento delle gare per la gestione dei grandi eventi nell’Isola. Nel corso di quelle indagini Giacchetto avrebbe effettuato operazioni finanziarie e immobiliari “finalizzate a sottrarre parte del proprio patrimonio a eventuali provvedimenti di sequestro”. Quel processo fini’ in prescrizione ma secondo le accuse di oggi Giacchetto nel marzo 2013 aveva emesso tre assegni circolari per un totale di 550mila euro a favore della societa’ immobiliare ‘Gestione residenze siciliane srl’, con sede a Bagheria, nel Palermitano, rappresentata da Imburgia. Tutto questo “senza alcun atto scritto, cosi’ integrando – sostiene la guardia di finanza – il reato di trasferimento fraudolento di valori”. Nel dicembre del 2018 la societa’ ha ceduto tre unita’ immobiliari nel comune di Santa Marina di Salina ai figli di Giacchetto, per un prezzo complessivo di 550mila euro: cifra che sarebbe stata corrisposta utilizzando proprio i tre assegni consegnati a Imburgia nel marzo del 2013. Secondo le fiamme gialle, quindi, in questo modo Giacchetto sarebbe riuscito a sottrarre la somma all’esecuzione dei sequestri disposti nei suoi confronti e nei confronti dei suoi congiunti. I tre immobili sono stati poi messi a reddito utilizzandoli per affitti di breve periodo a fini turistici. Per Giacchetto e’ scattata quindi la denuncia per auto-riciclaggio, mentre i due figli e Imburgia sono accusati di riciclaggio. Il decreto emesso dal pm in via d’urgenza e’ stato convalidato dal gip del tribunale.

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