Palo azul, l’infuso blu fluorescente per il benessere dei reni
Le proprietà, i benefici e come preparare l’infuso di Palo azul, particolarmente efficace per la salute dei reni
Il palo azul, conosciuto anche come palo blu, palo dulce e Kidneywood, si ricava dalla corteccia della Eysenhardtia polystachya, pianta appartenente alla famiglia delle Fabaceae, endemica in Messico.
Il nome deriva dal fatto che gli infusi di questa corteccia presentano una particolare fluorescenza blu.
La corteccia del palo blu ha azione antinfiammatoria, antiossidante e diuretica ed è utilizzata soprattutto per proteggere e sostenere la funzionalità renale.
Cos’è il palo azul e perché è fluorescente
Il palo blu (Eysenhardtia Polystachya), da non confondere con il palo santo (Bursera graveolens) è una specie appartenente alla famiglia delle Fabaceae, che si presenta come un arbusto o un albero che può raggiungere altezze dai due agli otto metri.
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La pianta è originaria del Nord America ma cresce spontaneamente anche in altri luoghi a clima caldo, tra cui Messico. Il palo blu è anche coltivato per la commercializzazione della corteccia, utilizzata nella medicina tradizionale.
La corteccia di palo blu è infatti usata fin dai tempi antichi per le sue proprietà antinfiammatorie e diuretiche, sfruttate per trattare malattie renali, ma anche per curare la diarrea, gli stati infiammatori, le infezioni e il dolore. Tradizionalmente è stata utilizzata anche come contraccettivo femminile.
Il legno della corteccia di palo blu ha la particolarità di sviluppare una caratteristica fluorescenza quando viene lasciato in infusione. Il fenomeno sembra essere dovuto alla presenza di diidrocalconi, molecole classificate all’interno della famiglia dei flavoinoidi.
I flavonoidi, oltre a dare fluorescenza all’infuso di palo blu, sono anche i principali responsabili delle proprietà benefiche di questa corteccia.
Proprietà del palo blu
Il palo blu contiene alcaloidi, tannini, zuccheri, chinoni e flavonoidi. A scopo medicamentoso, la corteccia di palo blu è utilizzata in infusione come diuretico, azione dimostrata da un recente studio dell’Universidad Autonoma del Estado de Hidalgo, in Messico.
I diuretici sono usati per regolare il volume e la composizione delle urine in diverse patologie tra cui l’insufficienza renale acuta e cronica ma anche in caso di ipertensione, insufficienza cardiaca e cirrosi epatica. I diuretici agiscono principalmente diminuendo l’assorbimento di sodio da parte dei tubuli renali, ma possono anche esercitare effetti su altri cationi e anioni come potassio, calcio, magnesio e cloro.
Il palo blu è dunque impiegato soprattutto per mantenere in salute i reni, prevenire la formazione di calcoli, ridurre l’infiammazione renale dovuta a infezioni.
Tradizionalmente, il palo blu è usato anche per perdere peso, calmare la diarrea e ridurre infiammazione e dolore associati all’artrite reumatoide.
Il consumo di palo blu dovrebbe però essere moderato e va evitato durante la gravidanza e l’allattamento.
Come e quando assumere il palo blu e dove trovarlo
Il decotto di palo blu si prepara con due cucchiai di corteccia sminuzzata o un pezzo di corteccia in circa un litro di acqua. Dopo aver sistemato la corteccia nell’acqua, si porta a ebollizione, si abbassa il fuoco e si lascia sobbollire per circa un’ora. Dopodiché la corteccia va lasciata nell’acqua per altre due ore o comunque fino a che non si nota la tipica colorazione blu. A quel punto si filtra e si consuma, tiepido o freddo.
Per prevenire calcoli renali e mantenere in buona salute i reni è sufficiente bere una o due tazze al giorno di decottodi palo blu per due o tre giorni al mese. In caso di patologie è invece preferibile consultare il proprio medico prima di assumere palo blu.
Infine, per trattare problemi episodici come la diarrea, si possono bere due o tre tazze di decotto di palo blu al giorno fino alla scomparsa dei sintomi e in ogni caso per non più di due o tre giorni.
Da noi non è semplice trovare in vendita il palo blu: è possibile acquistarlo online o nelle erboristerie più fornite.
Fonti di riferimento: Universidad Autonoma del Estado de Hidalgo/ Science Direct/Reyna’s Field
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