Passito di Pantelleria: dolce e luminoso, come il nettare degli dei
Il nettare degli dei si chiama Passito di Pantelleria.
- Colore dorato e profumo caratteristico. Difficile confonderlo.
- Il Passito (Moscato Passito di Pantelleria) è uno dei prodotti più celebri di Pantelleria, splendida isola che si trova a metà tra la Sicilia e il continente africano.
- Ecco cosa rende questo vino siciliano unico.
Dorato, come il nettare degli dei. Dolce, con un colore e un sapore che fanno immediatamente pensare al sole, al mare. Alla splendida isola in cui nasce. Il Passito di Pantelleria è uno dei vini siciliani e italiani più famosi. Dietro quel fascino c’è un inscindibile legame con il territorio. Si produce soltanto a Pantelleria, un’isoletta remota e bellissima. Le condizioni climatiche e del terreno rendono questo vino unico: da secoli lo si fa sempre allo stesso modo, a dimostrazione del fatto che non deve cambiare mai. Scopriamo insieme perché il Passito è un vino speciale.
Il Passito di Pantelleria si può produrre solo partendo dal vitigno Zibibbo, chiamato anche Moscato. Deve provenire da uve appassite al sole. L’appassimento può avvenire sulla pianta o dopo la raccolta. In caso di intemperie, l’uva si può coprire, ma il processo dell’appassimento deve avvenire in modo naturale. Non possono aggiungere né mosto né altro vino ma si può arricchire il Passito con altra uva appassita al sole con alta concentrazione di zuccheri. Secondo il disciplinare DOC, il vero Passito di Pantelleria si consuma solo a partire dal primo luglio dell’anno successivo alla vendemmia.
Il colore di questo vino è giallo ambra, con sfumature tendenti al dorato. Il gusto è corposo, dolce e denso. L’isola di Pantelleria, di origine vulcanica, è poco soggetta alle precipitazioni e ha una temperatura mediamente mite in tutto l’anno. Il vento è impetuoso e le viti vengono messe al riparo, in conche scavate nel suolo. Così gli acini trovano un microclima ideale per diventare grossi e dolci. Lo Zibibbo sarebbe arrivato sull’isola in tempi antichi. Sarebbero stati gli Arabi a portare sull’isola queste uve: la parola araba “zaibib” significa “uva essiccata“. Altro possibile etimo è Capo Zebib, promontorio a nord della Tunisia, situato esattamente di fronte a Pantelleria.
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