Pasti all’ombrellone o in stanza, l’Emilia-Romagna prova a salvare l’estate

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La Regione Emilia-Romagna è pronta a sostenere il turismo e propone alcuni rimedi, come lo steward da spiaggia, o il servizio pasti sotto l'ombrellone Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

BOLOGNA – Per ‘salvare’ il turismo azzerato dal coronavirus, l’Emilia-Romagna si inventa lo stewart di spiaggia (“Non un poliziotto che sanzione, ma una figura rassicurante”) e il servizio di pasti direttamente sotto l’ombrellone e magari nella stanza d’albergo. Sono alcune delle novità sul quale è in atto il confronto tra la Regione e gli operatori del settore. Fin qui viale Aldo Moro ha già investito due milioni di euro per sanificare e dotare alberghi e campeggi di moderni ed efficienti sistemi di igienizzazione e un forte piano di comunicazione, che verrà lanciato al termine del lockdown.

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“Rilanceremo gli investimenti pubblici e la riqualificazione delle strutture private per dotarle del sostegno necessario ad affrontare la nuova fase del mercato”, promette l’assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini. “Tutti dicono- afferma- che nulla sarà come prima, probabilmente è vero, ma non è detto che sarà peggio di come eravamo. Il mercato farà selezione, la domanda turistica cambierà, il moderno viaggiatore avrà nuove esigenze e valuterà le offerte sulla base di nuovi criteri: qualità e sostenibilità ambientale, affidabilità delle strutture in termini di salubrità, sicurezza sanitaria, dimensione degli spazi, servizi. Questo è il momento di far scattare una grande reazione, che può portare il turismo verso nuovi e più ambiziosi traguardi. Certo, dirlo ora potrà sembrare surreale, ma non lo è. È in situazioni come questa, dove tutto sembra perduto, che troveremo la spinta, le idee, il coraggio, la creatività per uscire da questo momento più forti e all’altezza delle sfide che ci attendono”.

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Secondo i dati di uno studio commissionato dalla Regione all’osservatorio turistico di Unioncamere, l’impatto di Covid-19 sull’industria turistica emiliano-romagnola nel periodo marzo-agosto può essere calcolato in una perdita di 19,2 milioni di presenze (-42%) e in una riduzione del giro d’affari di un miliardo e 180 milioni di euro nella migliore delle ipotesi. Numeri che potrebbero salire a 28 milioni di presenze in meno (-62%) e una perdita di 1.800 milioni di euro in quello peggiore. Nel settore della ricettività, dettaglia una nota della Regione, il danno è stimato in una riduzione dei ricavi per le aziende alberghiere del 55%, per un miliardo di euro di minori entrate, e del 42% per la ristorazione, equivalente a 3,8 miliardi. Se poi si considera il valore aggiunto, quindi la ricchezza prodotta in termini di Pil, il calo oscilla fra il -12,43% e il -18,45% per il ricettivo e il -12% e il -15,5% per la ristorazione.

“Un quadro impietoso- sottolinea Corsini- di fronte al quale sarebbe facile farsi prendere dallo sconforto, ma noi non lo stiamo facendo e non lo faremo. Certo, la ripresa sarà faticosa, ma ancora una volta dimostreremo insieme di che pasta siamo fatti”.

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