Perché ammalarsi in aereo è abbastanza difficile, spiegazioni scientifiche

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L’emergenza sanitaria che ha caratterizzato questo periodo della nostra vita ha causato diversi danni al settore turistico e alle compagnie aeree in generale. Tuttavia, con le prime riaperture delle frontiere è inevitabile che crescerà gradualmente il numero di persone che vorranno salire a bordo di un aereo, sia per necessità, sia per viaggi di piacere.

A tal proposito i diversi vettori, le associazioni di settore e i ricercatori stanno cercando di capire come trasformare in buone pratiche tutto quello che è stato scoperto fino a questo momento sul virus, puntando un occhio anche agli studi sulla sicurezza e la salute dei passeggeri svolti in precedenti situazioni di emergenza sanitaria.

Dalle ricerche condotte fino ad oggi quel che emerge è che ammalarsi in aereo sia più complicato rispetto ad altre circostanze. I motivi sono diversi e ora andremo a scoprirli insieme.

Partiamo dalle fasi iniziali: già dall’aeroporto gli accessi saranno limitati. Inoltre, saranno fatti controlli della temperatura corporea con strumenti moderni e ci sarà, chiaramente, l’obbligo di indossare la mascherina e di mantenere un metro di distanza dalle altre persone.

controllo temperatura aeroporto

Controllo temperatura in Vietnam, Foto iStock – Ph: galitskaya

Altrettanto diffusi saranno i pannelli di plexiglass ai punti d’informazione e ai banchi del check-in. Una sorta di schermo che consentirà di proteggere i lavoratori che avranno contatti con il pubblico. È sempre bene rammentare, però, che sarà importante prendere alcune precauzioni personali, tra cui portare con sé una serie di prodotti utili ad igienizzare tutti gli oggetti con cui avremo a che fare. Norme e buoni comportamenti che ci metteranno nella condizione di volare senza troppi rischi.

Per quanto riguarda l’imbarco, invece, avremo a che fare con file sicuramente più lente, ma ordinate e distanziate, e con contatti con il personale ridotti al minimo. Infatti, alcune compagnie aeree imbarcheranno solo un tot. di passeggeri per volta, mentre altre cominceranno dai passeggeri che siedono sul fondo.

Non tutti i vettori seguiranno le stesse norme su questo aspetto. Infatti, uno studio condotto nel 2014 a seguito dell’epidemia di ebola, ha evidenziato che imbarcare i passeggeri in modo casuale, invece che a file o a gruppi, riduce i rischi di contagio. Il motivo è semplice: in questa maniera le persone passano meno tempo le une vicino alle altre.

A causa di un evento accaduto il 14 marzo 1977, in cui una donna con la febbre salì su un aereo con altri 53 passeggeri e membri dell’equipaggio, furono condotti degli esperimenti relativi al contagio nelle cabine, i quali ne mostrarono un aumento. Quel volo, infatti, per colpa di un problema al motore rimase fermo sulla pista per circa 2 ore e con il sistema di ventilazione spento. Il risultato fu che 3 giorni dopo altre 38 persone si erano ammalate.

Proprio per questo motivo molti ricercatori hanno elaborato modelli dettagliati su come circola l’aria nelle cabine e tuttora sono allo studio metodi per disinfettare gli ambienti senza nuocere alla salute delle persone.

volare sicuri

Fonte: iStock, Ph: Phichaklim1

Tra questi un gruppo di scienziati della Columbia University ha proposto l’utilizzo di luci ultraviolette. Mentre la Boeing sta investendo su toilette che si sanificano in automatico e in meno di 3 secondi. Airbus, invece, sta valutando modalità utili a capire come far circolare l’aria nella cabina in modo da ridurre le infezioni.

Ma a tranquillizzare la situazione c’è il fatto che molte compagnie aeree usano dei particolari filtri per l’aria ad alta efficienza (Hepa) che sono in grado di trattenere fino al 99,9 % delle impurità, virus compresi. Secondo l’Agenzia europea per la sicurezza aerea, infatti, la qualità dell’aria sugli aerei è migliore di quella che si respira a terra. Anche in questo caso il motivo è piuttosto semplice: il ricambio d’aria avviene abbastanza frequentemente.

A rendere ancor meno preoccupante la situazione c’è un documento recente in cui l’Associazione internazionale del trasporto aereo (Iata), cita una ricerca su 18 compagnie aeree da cui è emerso che tra gennaio e marzo del 2020 si sono registrati solo 3 casi di contagio sugli aerei: da passeggero a membro dell’equipaggio, e da pilota a pilota.

La ragione di tutto ciò risiederebbe nel fatto che a bordo accadono rare interazioni faccia a faccia con i passeggeri, ma anche per via della barriera fisica creata dai sedili e le caratteristiche dei flussi d’aria nelle cabine.

Insomma, sono molte le evidenze scientifiche che dimostrano che viaggiare in aereo dovrebbe essere abbastanza sicuro, anche se sarà sempre bene portarsi dietro la propria mascherina, lavarsi le mani spesso e cercare di sanificare i propri oggetti.

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Fonte: iStock

da Si Viaggia

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