Perchè mio figlio fa il contrario di ciò che dico?
Perchè mio figlio fa il contrario di ciò che dico? È una domanda che i genitori si fanno molto spesso, ovvero perché i loro figli facciano esattamente il contrario di ciò che viene loro chiesto. Sono molteplici i motivi psicologici e legati allo sviluppo dietro questo comportamento. Andiamo ora a fornire alcune spiegazioni e consigli di intervento, per trattare poi in modo più approfondito il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP), un disturbo del comportamento caratterizzato da un atteggiamento persistente di opposizione.
Perchè mio figlio fa il contrario di ciò che dico?
Le motivazioni possono essere diverse. Andiamo a scoprire i più comuni.
Ricerca di Autonomia
Soprattutto nell’infanzia e nell’adolescenza, i bambini cercano di affermare la loro indipendenza. Opporsi alle indicazioni dei genitori può essere un loro modo per esplorare il proprio senso di autonomia e capire dove sono i limiti.
Sfida e Curiosità
I bambini spesso mettono alla prova le regole e i confini che gli adulti stabiliscono. Questo può sembrare provocatorio, ma in realtà è un modo per capire meglio il mondo e le sue conseguenze. Quando fanno il contrario di ciò che viene chiesto, stanno cercando di vedere cosa succede, testando le reazioni degli adulti.
Bisogno di Attenzione
A volte, il fare il contrario può essere un modo per ottenere attenzione. I bambini imparano che agire in modo opposto a quanto richiesto attira immediatamente l’attenzione dell’adulto.
Comunicazione di Sentimenti
Quando un bambino si sente frustrato, arrabbiato o incompreso, può reagire opponendosi. Fare il contrario diventa un modo per esprimere questi sentimenti, che magari non sa come comunicare a parole.
Modalità di Apprendimento
Attraverso l’opposizione, i bambini imparano a fare scelte. Imparano cosa significa assumersi responsabilità, comprendere le conseguenze e sperimentare una sorta di “controllo” sul proprio ambiente.
Mio figlio fa il contrario di ciò che dico: cosa puoi fare?
Si può sicuramente iniziare mostrando empatia cercando di capire bene i bisogni del bambino e i suoi sentimenti. Un suggerimento è quello di coinvolgerlo nelle decisioni, fornendo al bambino delle scelte limitate per sentirsi comunque coinvolto anche se in un percorso guidato. Non sempre in questi casi le reazioni forti ottengono risultati, quindi anche una risposta comprensiva e calma potrebbe avere l’effetto desiderato.
Non è sempre facile, ma la costanza e la pazienza fanno una grande differenza.
Ma andiamo ora a trattare un tema più complesso, ovvero il Disturbo Oppositivo Provocatorio, che merita sicuramente qualche riflessione in più.
Cos’è il Disturbo Oppositivo Provocatorio
Il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) è un disturbo del comportamento caratterizzato da un atteggiamento persistente di opposizione, sfida e ostilità verso figure di autorità, come genitori, insegnanti e altre persone adulte. È normale che i bambini e gli adolescenti attraversino fasi di ribellione, ma nel caso del DOP, questi comportamenti sono più intensi, frequenti e duraturi, e compromettono il funzionamento sociale, scolastico o familiare.
Caratteristiche principali del Disturbo Oppositivo Provocatorio
I sintomi del DOP includono:
- Comportamento ostile e provocatorio: frequenti litigi con gli adulti, rifiuto di rispettare le richieste, sfidare apertamente le regole.
- Irritabilità e suscettibilità: il bambino è spesso irritabile, si arrabbia facilmente e può mostrare rancore o risentimento.
- Vendicatività: il bambino può cercare attivamente di infastidire o vendicarsi degli altri.
- Comportamento persistente e pervasivo: i comportamenti problematici non si limitano a un contesto (ad esempio, solo a casa) ma sono presenti in più situazioni (scuola, attività sociali, ecc.).
Quali sono le cause del Disturbo Oppositivo Provocatorio
Non esiste una causa singola per il DOP; è solitamente il risultato di una combinazione di fattori genetici, ambientali e psicologici. Alcuni fattori che possono contribuire includono:
- Predisposizione genetica: una storia familiare di disturbi del comportamento o problemi di regolazione emotiva.
- Ambiente familiare difficile: dinamiche familiari caratterizzate da conflitti, mancanza di supporto emotivo o di coerenza nell’educazione.
- Traumi o difficoltà precoci: esperienze di stress significativo, come abusi, trascuratezza o separazioni.
Come possiamo diagnosticare il Disturbo Oppositivo Provocatorio
La diagnosi viene solitamente fatta da uno psicologo o psichiatra infantile, che utilizza interviste e questionari per raccogliere informazioni dal bambino, dai genitori e dagli insegnanti. È importante valutare anche la presenza di altri disturbi, come l’ADHD, poiché spesso possono coesistere.
Quali sono i percorsi consigliati?
Il trattamento è generalmente multimodale e può includere:
- Terapia cognitivo-comportamentale (CBT): aiuta i bambini a riconoscere e modificare i comportamenti problematici, lavorando sulle abilità sociali e di gestione della rabbia.
- Terapia familiare: mira a migliorare la comunicazione e la gestione delle dinamiche familiari, fornendo ai genitori strategie di gestione e supporto.
- Psicoeducazione per i genitori: programmi che insegnano ai genitori come gestire il comportamento oppositivo senza ricorrere alla punizione, rafforzando invece comportamenti positivi.
- Supporto scolastico e educativo: spesso si collabora con la scuola per creare un ambiente che possa supportare il bambino in modo adeguato.
Con il giusto supporto, molti bambini e adolescenti con DOP riescono a migliorare il proprio comportamento e a sviluppare relazioni più positive con gli altri.