Perché mio figlio non parla

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Iniziamo con il dire che non tutti i bambini sono uguali e hanno gli stessi tempi di apprendimento. Quindi se un figlio non parla, se non gioca con gli altri, non saluta, ecc… ci sarà sicuramente una motivazione. Il più delle volte, specialmente nei bambini piccoli, l’attenzione rivolta ad una particolare cosa, persona o attività, non li porta ad essere interessati ad altro e quindi a rispondere alla nostra richiesta. Altre volte invece bisogna considerare l’indole, il carattere. Se un bambino è particolarmente timido o insicuro, più difficilmente inizierà a parlare con gli altri. Molti bambini sono bravi osservatori e, prima di iniziare a parlare, si guardano intorno “studiando” la situazione e le persone che lo circondano.

Va anche fatta attenzione all’età. I bambini iniziano a “parlare” partendo dalla lallazione (da-da, ma-ma) già dal sesto mese di età. Dall’anno cominciano a pronunciare le prime paroline come mamma, nanna, pappa, anche se ci sono alcuni bambini che sviluppano un linguaggio precoce e sono già capaci di formulare le prime piccole frasi “voglio latte” a partire da un anno e mezzo. Altri bambini iniziano a parlare intorno ai due anni, mentre altri ancora non parlano fino ai tre anni.

Tenete in considerazione anche eventuali casi di bilinguismo in famiglia, spesso possono portare ad un ritardo nell’esposizione verbale per i bambini. In ogni caso, chiedete sempre un consulto al vostro pediatra. Non solo, anche periodi in cui il bambino possa aver subito stress, come cambio della routine, traslochi o altri eventi importanti, possono in qualche modo influenzare il suo stato d’animo.

Mio figlio non parla: quando preoccuparsi

Molto spesso quando notiamo (o ci viene fatto notare) un ritardo del linguaggio nei nostri figli, come genitori iniziamo a preoccuparci. Prima di allarmarsi, come vi abbiamo detto, vanno presi in considerazione molti aspetti. Se pensate che la mancanza di manifestazione linguistica del bambino o della bambina si stia procrastinando eccessivamente, parlatene con il pediatra.

Considerate anche che molti bambini sono parlatori tardivi, ovvero, comprendono ciò che gli state dicendo e in qualche modo si fanno capire, ma ancora non emettono vocalizzi chiari. I parlatori tardivi non hanno ritardi celebrali, spesso sono solamente pigri oppure hanno bisogno di maggior sicurezza prima di iniziare a parlare, questo può accadere fino ai tre anni di età circa.

Superata la soglia dei due/tre anni, se vostro figlio ancora non parla, rivolgetevi al pediatra per capirne le eventuali cause. Può capitare che il bambino abbia problemi uditivi, malformazioni dell’apparato fonoarticolatorio o ritardi nello sviluppo. Senza troppe ansie o paure, il pediatra in questo momento è l’unica figura professionale da contattare per prima. Durante la visita con il bambino potrebbe mostrare a lui/lei dei giochi, provare a fargli sentire dei suoni e, in caso ritenesse opportuno approfondire la situazione, vi saprà indicare uno specialista.

È importantissimo però fare attenzione ad alcuni segnali. Se il bambino oltre che a non parlare, non risponde in alcun modo quando chiamato, non mostra curiosità o interesse in ciò che lo circonda, non indica o non esegue anche piccoli comandi, allora il pediatra potrebbe quasi certamente valutare un consulto neuropsichiatrico.

Mio figlio non parla a 4 anni

Superata l’età dei tre anni e ancora non riuscite a sentire vostro figlio emettere parole o piccole frasi, dovrete richiedere nuovamente un consulto. Questo ritardo nel linguaggio è definito disturbo specifico di linguaggio” (DSL) che viene valutato da medici specialisti attraverso dei piccoli test per valutare se ci siano o meno dei ritardi sullo sviluppo cognitivo e motorio.

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