Pesca, Greco (tonnara di Carloforte): “Il Governo ci aiuti”

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ROMA – Creare una filiera italiana per il tonno rosso e cosi’ rafforzare la posizione sui mercati esteri. Questo l’obiettivo di Pier Paolo Greco, della famiglia titolare della famosa tonnara di Carloforte, portavoce della consociazione tonnare della Sardegna, intervistato dall’agenzia Dire.

“Di fronte al Covid il ministro Bellanova ha ritenuto che fossimo una delle attivita’ che dovevano andare avanti perche’ possiamo portare a terra una materia prima edibile e vendibile. Abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo, siamo rimasti coesi e scritto al ministro dicendo che avremmo cercato di portare avanti la campagna di pesca e chiedendo di essere sostenuti”.

“Il sistema e’ molto controllato- sottolinea- gli osservatori devono venire da fuori e chiedevamo che qualora non potessero venire il ministero predisponesse prima le possibilita’ di intervento dei controlli locali, o magari avere osservatori scelti in loco per prevenire il problema. Poi chiedevamo che la quota che l’anno scorso e’ stata attribuita individualmente a tutti questi imprenditori potesse circolare liberamente e in qualunque momento all’interno del sistema perche’ se anche uno solo rimanesse in piedi e gli altri fossero bloccati dal coronavirus, si potesse portare a terra la materia prima nell’interesse di tutti”, conclude.

“La burocrazia italiana e’ il principale problema. Abbiamo necessita’ come Italia di fare forzature e che i funzionari del ministero facciano qualcosa piu’ del normale: accelerazioni su tempi e gestione dei decreti nell’intero sistema. Ancora oggi pero’ il direttore Rigillo che fa riferimento alla pesca non ha normali poteri. Se chiediamo cose extra non avra’ la possibilita’ di farlo. Su tempi e interlocuzione con le istituzioni europee, questo non ci permettera’ di far muovere la quota”. Cosi’ Pier Paolo Greco, della famiglia titolare della famosa tonnara di Carloforte e portavoce della consociazione tonnare della Sardegna.

“Quello del tonno e’ un settore importante– ricorda- con un fatturato di 60-70 milioni di euro e ricadute sull’occupazione. Ma che lascia 10 volte tanto nel tragitto per arrivare all’utilizzo di questa risorsa”. Per un insieme di cose incredibili, prosegue Greco “ci siamo ridotti in Italia a prendere soltanto una minima porzione di quello che e’ il possibile del pescato perche’ non sono state fatte politiche sulla trasformazione. Come tonnare fisse abbiamo dato la nostra disponibilita’ per cominciare a gestire operazioni sul territorio, ad aprire allevamenti, questa e’ la filiera, che comprende anche lo sviluppo del turismo con il richiamo del territorio”.

Tante possibilita’ che al momento non vengono sfruttate e lasciano l’amaro in bocca: “Oggi siamo stati costretti a chiedere a Malta, altrimenti non c’era spazio per i nostri clienti, dove mettere i nostri pesci. Noi possiamo essere destinatari di Fondi che tutti insieme possiamo usare per accelerare la creazione di queste filiere” chiude Greco.

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