ROMA (ITALPRESS) – Semplicemente “hors categorie”. Tadej Pogacar sta marchiando a fuoco le classiche di primavera e dopo Fiandre e Amstel Gold Race iscrive di forza il suo nome anche nell’albo d’oro della Freccia Vallone. Il 24enne sloveno della UAE Emirates conferma anche sul muro di Huy il suo stato di grazia, con un assolo da finisseur negli ultimi 150 metri che lascia ai rivali solo le briciole, a partire da Mattias Skjelmose (Trek-Segafredo) e Mikel Landa (Bahrain Victorious) che vanno a completare il podio di questa 87esima edizione, con Giulio Ciccone quinto e migliore degli italiani. “Era una salita molto dura ed è stato un finale spettacolare, con due compagni di squadra a disposizione dovevo completare il lavoro”, sorride sornione Pogacar. Che a un certo punto ha temuto per il peggio: “Negli ultimi 50 chilometri ero abbastanza nervoso, stavo anche per cadere. Sapevamo dall’inizio che avremmo dovuto controllare la corsa, nessun’altra squadra, a parte un pò la Ineos, ci ha dato una mano ed è stata dura”. Ad aprire le danze infatti, dopo pochi chilometri, è Jacob Hindsgaul, al quale presto si uniscono altri sette corridori dando vita a quella che sarà la fuga di giornata. Una fuga che sfiorerà i 4 minuti di vantaggio sul gruppo dove UAE Emirates e Ineos Grenadiers dettano il passo e che vedrà i battistrada superstiti – Soren Kragh Andersen e Georg Zimmerman, poi raggiunti da Samuele Battistella e Louis Vervaeke – risucchiati via dal gruppo, col solo belga della Soudal-QuickStep che prova a resistere fino all’inizio dell’ultimo passaggio sul muro di Huy. Nelle battute finali Romain Bardet cerca di sparigliare le carte ma Pogacar si alza sui pedali e se ne va, tagliando il traguardo braccia al cielo. “Vincere non mi annoia mai, a me piace vincere, sono contento di questo stato di forma e devo sfruttarlo più che posso”, avverte lo sloveno. Che punta a diventare il terzo corridore dopo Davide Rebellin (2004) e Philippe Gilbert (2011) a calare il tris nel Trittico delle Ardenne ma il primo in assoluto a fare poker considerando anche il Fiandre. “Ma domenica sarà diversa”, mette le mani avanti lo sloveno guardando alla Liegi-Bastogne-Liegi. Vista la sua condizione, però, l’uomo da battere sarà sempre lui.
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