Protocollo di sicurezza per la riapertura delle scuole: cosa accadrà se uno studente risulta positivo a Covid-19?
Era prevista per oggi, ma sembra rimandata a domani, la firma del Protocollo di sicurezza per la riapertura delle scuole a settembre. Tra i punti che il documento dovrà chiarire vi è cosa accade se uno studente risulta positivo a Covid-19.
Sembra che sia ormai questione di ore e poi avremo finalmente un Protocollo di Sicurezza ufficiale, necessario a garantire l’apertura del nuovo anno scolastico. La ministra dell’Istruzione Azzolina, in un incontro con i sindacati scolastici, sta decidendo gli ultimi dettagli ma sembra che la trattativa non sia ancora conclusa dato che Orizzonte Scuola fa sapere che un nuovo incontro è fissato per domani, 6 agosto, alle 7 di mattina.
Proprio ieri, invece, erano state approvate le linee guida per la fascia 0-6.
Approvate (finalmente) le linee guida per far tornare a scuola i bambini dai 0-6 anni
Secondo quanto già trapelato, anche se ancora da confermare con il documento ufficiale, il Protocollo di Sicurezza prevede una segnaletica interna alle scuole con entrata e uscita separate, ingresso dei visitatori ridotto al minimo, servizi della segreteria accessibili solo previo appuntamento, obbligo di mascherina per chi entra nell’istituto e test volontario per personale scolastico all’inizio delle attività didattica.
Sarà garantita ovviamente anche la sanificazione giornaliera e periodica di tutti gli ambienti e, novità, l’apertura di un call center a cui potranno fare riferimento docenti, alunni e famiglie, attivo dal 24 agosto da lunedì al sabato.
In caso uno studente risulti positivo a Covid-19
In tanti si chiedono: cosa accadrà se all’interno della scuola un alunno risulta positivo al coronavirus? È probabile che la decisione finale sarà di mettere in quarantena tutta la classe per 14 giorni. Sarà poi la Asl a stabilire se gli alunni andranno o meno sottoposti a tampone e se estendere il test anche agli studenti di altre classi.
Su La Stampa del 26 luglio 2020 si legge la seguente dichiarazione della ministra Azzolina:
“il modello potrebbe essere simile a quello utilizzato di recente per gli esami di Stato. Tutti i compagni dovrebbero fare i tamponi e l’intera classe, temporaneamente, non si presenterebbe a scuola. Ma sono misure che stiamo ancora scrivendo con i sindacati e con il Comitato tecnico scientifico del ministero della Salute. Faranno parte di un protocollo di sicurezza che contiamo di chiudere al più presto”.
In caso di più contagi, invece, dunque di un piccolo focolaio, la Asl potrà decidere di ordinare la chiusura della scuola, continuando le lezioni con la didattica a distanza. Ma, considerando che la DAD è un’opzione solo per gli studenti della scuola secondaria, cosa si farà nel caso il contagio si verifichi in classi di livello inferiore? La risposta a questa domanda non è ancora chiara.
In caso un docente risulti positivo
Se a risultare positivo è un insegnante, verranno ricostruiti tutti i contatti con studenti o altri docenti nelle ultime 48 ore in modo da decidere se e a chi effettuare i tamponi e chi invece mettere in quarantena.
Se l’insegnante non risulta positivo ma ha avuto comunque contatti con un malato è previsto l’isolamento domiciliare durante il quale proseguirà le lezioni in modalità DAD.
Scopriremo maggiori dettagli una volta approvato il Piano Sicurezza.
Fonti: Orizzonte Scuola / La Stampa
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