Quando il cocktail diventa sostenibile

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«Antidoto contro l’individualismo e la solitudine». Questo è il rito del cocktail per i Millennials secondo l’antropologa del food, Elisabetta Moro, che fa notare come «soprattutto in estate diventa un momento immancabile per poter stringere rapporti sociali nuovi e rinforzare quelli già esistenti. Un brindisi in compagnia aiuta a stringere relazioni amichevoli perché ricrea un ambiente informale e rilassante». In questa estate 2019, però, a vincere è il cocktail sostenibile.

In realtà ormai da qualche tempo anche le tendenze della mixology fanno rima con sostenibilità. I barman cominciano a sposare il chilometro zero nella scelta degli ingredienti da abbinare agli spiriti, nei locali in cui co-esistono american bar e cucina non è raro che le bucce della frutta o le erbe scartate perché meno belle da vedere vengano utilizzate per preparare decotti da utilizzare nella miscelazione. Poi c’è la frutta matura che torna al bancone della mixology con i professionisti che non si limitano a pesche e fragole, da sempre ingredienti di Bellini e Rossini. Le bucce degli agrumi, poi, se opportunamente disidratate sono perfette per i decori. E tra i bartender più esperti c’è chi, al di là dell’innegabile effetto scenografico, comincia ad utilizzare il cosiddetto “ghiaccio secco” (di fatto Co2 allo stato solido) per evitare lo spreco di acqua e ottenere il raffreddamento desiderato.

Da qualche tempo anche i cocktail fanno rima con sostenibilità, Image by iStock

ADDIO ALLA PLASTICADi fatto, quindi, i drink sono più green, salutisti e a chilometro zero. E sono anche sempre più plastic free. A scomparire non sono, infatti, solo i bicchieri di plastica (poco eleganti e in verità mai troppo amati dai barman di un certo calibro) ma, soprattutto le cannucce da sempre elemento praticamente immancabile dei cocktail. Con i bicchieri le strade più percorse sono quelle dei contenitori alternativi riutilizzabili che vanno dalle gavette in metallo ai bicchieri in plastica dura contro cauzione rimborsata alla restituzione; a Torino, per esempio, è stato da poco finanziato con un crowdfunding il movimento Plastic Free Movida che dovrebbe coinvolgere l’intera città. Diversa è la questione cannucce perché l’ingegno e la creatività permette infinite possibilità. Ci sono quelle compostabili, quelle biodegradabili aromatizzate come quelle di Sorbos® che diventano esse un ingrediente. Dal Vietnam arrivano le cannucce realizzata con la Lepironia articulata, specie vegetale del Delta del Mekong che si trova anche Madagascar, India, Sri Lanka, Cina meridionale, Asia sud-orientale, Nuova Guinea e varie isole del Pacifico occidentale. Non mancano quelle in bambù e si arriva addirittura anche a quelle di pasta o di cioccolato.

IL CONTAGIOAnche i colossi del beverage si sono fatti contagiare dall’ondata green. Martini ha aromatizzato il suo famoso aperitivo con bucce di arance maturate al sole della Murcia, regione spagnola in cui le scorze dell’agrume vengono essicate appese in lunghe spirali, creando il Martini Fiero che, miscelato con acqua tonica e servito in bicchieri compostabili con cannucce edibili a base di amido di mais, è stato uno dei cocktail più bevuto nelle tappe del Jova Beach Party. Sempre durante il tour del cantautore, che ha visto in prima linea il WWF con il loro #Plasticfreetour, Bacardi ha presentato il suo mojito sostenibile servito con cannucce edibili aromatizzate al lime di cui parte del ricavato dell’incasso finanzierà il Bacardi Sound of sea project. Quest’ultimo progetto realizzato in sinergia con il MaRHE Center, dell’Università Milano Bicocca, attraverso il suono del mare contribuirà a riconoscere le zone della barriera corallina più compromesse per intervenire urgentemente per la sua salvaguardia.

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