Quattro gioielli nascosti da visitare a due passi da Siena
Dici Siena e pensi immediatamente alla splendida Piazza del Campo, alla pittoresca Torre del Mangia, ai filari di viti della campagna maremmana. Eppure ci sono anche luoghi meno noti ma che rappresentano veri e propri gioielli di storia e natura che meritano di essere inseriti nell’itinerario del vostro prossimo viaggio alla volta della città toscana. Vediamoli insieme.
Riserva naturale dell’Alto Merse
Istituita come area protetta dalla Regione Toscana nel 1996, la riserva si trova in una suggestiva zona collinare completamente boscata e ospita un lungo tratto del fiume Merse (da cui prende il nome) e dei suoi affluenti. È caratterizzata dalla presenza di castagni, querce, cerri e roveri – tutti alberi tipici della macchia mediterranea di cui la riserva è espressione.
La maggior parte degli alberi che vivono nella riserva rappresentano la tana ideale per uccelli (come il picchio rosso maggiore, il picchio verde e il torcicollo) ma anche per mammiferi di estrema importanza conservazionistica come il gatto selvatico, la martora e la puzzola.
Fra gli animali che popolano l’area ricordiamo anche alcuni uccelli rapaci – come il biancone, la poiana e il gheppio – e ben quattro specie ittiche endemiche – ovvero il ghiozzo dell’Arno, il cavedano di ruscello, il barbo appenninico e la rovella.
Ma fiumi e affluenti ospitano anche due specie di anfibi prettamente tipici dell’Italia peninsulare, salamandrina dagli occhiali e rana italica, spia del buono stato di salute dei corsi d’acqua, e il rarissimo gambero di fiume, minacciato dall’estinzione a causa della pesca indiscriminata e della presenza sul territorio della specie invasiva del gambero rosso della Louisiana.
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Eremo di Montesiepi
Questa piccola cappella arroccata sulla collina di Chiusdino ospita una vera spada nella roccia! La leggenda narra che il cavaliere Galgano Guidotti (che sarebbe diventato santo) scelse di deporre per sempre le armi e dedicarsi alla vita da eremita dopo aver ricevuto la “chiamata” di Dio. Quindi, come atto di conversione alla pace, conficcò la propria spada all’interno di un masso.
Inutile dire che quella spada conficcata nella roccia non fu più sfilata via. Attorno alla roccia di San Galgano iniziò a stabilirsi un culto e la collina prese ad essere meta di pellegrinaggio, fino alla costruzione della piccola chiesa (1181-1185) al cui centro si trova proprio la roccia con la spada conficcata.
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Il museo della Biodiversità di Monticiano
Il Museo della Biodiversità di Monticiano nasce nel 2019 ed è unico nel suo genere in Italia: attraverso mappe interattive, giochi, video ed esperienze sonore, racconta il grande patrimonio della biodiversità nel nostro Pianeta e spiega cosa possiamo fare noi per conservarlo il più a lungo possibile.
Il museo si articola in numerose sale disposte su due piani, ciascuna dedicata ad un particolare aspetto della biodiversità. Uno sguardo particolare, ovviamente, è rivolto alla Regione Toscana dove il museo sorge, con il suo ecosistema ricchissimo di specie vegetali e animali che danno vita, tra le altre cose, anche alle eccellenze vinicole e alimentari della regione.
©WWF
Il piano superiore è interamente dedicato alle 14 riserve naturali presenti nella provincia di Siena, caratterizzata ciascuna da specie di animali tipiche di questo territorio così eterogeneo e variegato. Anche in questo caso, pannelli esplicativi e contenuti multimediali guidano il visitatore alla scoperta degli animali e delle piante che vivono in questa provincia.
L’abbazia di San Galgano
L’abbazia gotica di San Galgano, costruita fra il 1218 e il 1288, rappresenta la prima chiesa gotica della Toscana. Purtroppo però non è più una chiesa: è stata infatti sconsacrata nel 1789, dopo che tre anni prima un fulmine ne aveva colpito il campanile che era crollato sul tetto, distruggendolo.
Malgrado non sia più una chiesa e non abbia più il tetto da alcuni secoli, la struttura principale dell’abbazia resiste allo scorrere del tempo ergendosi con imponenza nel bel mezzo della campagna senese, alle porte del comune di Chiusdino.
Ma non solo: l’assenza del tetto crea un’atmosfera suggestiva e quasi magica all’interno della struttura, poiché permette al visitatore di ammirare le alte colonne e le volte tipiche dello stile gotico vedendo il cielo sopra la propria testa!
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Fonti: Regione Toscana / WWF / San Galgano