Questo è il cibo più irregolare e contraffatto di Italia (e lo consumi tutti i giorni)
I prodotti enogastronomici italiani sono fra i più imitati e contraffatti al mondo: venduti come eccellenti, spesso si tratta di materie prime di qualità scadente, irregolari e neanche italiani. È quanto emerge, anche quest’anno, dal report sull’attività operativa dell’Ispettorato Centrale Repressione Frodi (ICQRF).
Oltre 60.000 controlli in Italia e quasi 1.000 interventi fuori dai confini nazionali (anche sugli store online) hanno portato gli ispettori a sequestrare più di cinque milioni e mezzo di merce contraffatta o irregolare, per un valore di oltre nove milioni di euro.
Su 33.404 operatori ispezionati e 62.316 prodotti controllati (90% di prodotti alimentari finiti e 10% circa di mezzi tecnici per l’agricoltura come mangimi, fertilizzanti, sementi e prodotti fitosanitari), le irregolarità hanno riguardato l’11,6% dei prodotti e il 9,0% dei campioni analizzati.
Le battaglie condotte dal Ministero in materia di contrasto a contraffazioni e “Italian sounding” sono basate sulla ferma convinzione che la tutela dei prodotti di qualità rappresenti lo strumento principale per valorizzare l’agroalimentare italiano, le filiere e rendere un servizio indispensabile al consumatore – ha spiegato il Ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli.
Il report dell’ICQRF anche quest’anno dimostra come sia fondamentale garantire i nostri prodotti attraverso un sistema di controlli efficace sul territorio nazionale e internazionale e sul web, tanto più in un momento storico così complicato e difficile come quello che stiamo attraversando a causa della pandemia prima, e del conflitto in atto poi, in cui stiamo assistendo a fenomeni speculativi inaccettabili.
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I prodotti più contraffatti
Olio d’oliva e carne (anche processata) si confermano in testa alla classifica dei prodotti più contraffatti nel mercato alimentare italiano: si pensi che, per quanto riguarda gli oli d’oliva, si è registrato l’11,7% di irregolarità e il 20,2% di campioni analizzati irregolari; per la carne si parla del 16,7% di irregolarità e del 22,6% di campioni irregolari.
L’olio d’oliva spacciato per extravergine ma risultato di categoria nettamente inferiore rispetto a quanto dichiarato in etichetta è una seria minaccia per tutto il comparto – che si è tradotta, solo nel 2021, nel sequestro di oltre 2,3 milioni di litri di falso extravergine nell’ambito dell’operazione Verum et Oleum condotta dalla Guardia di Finanza.
Risultati più gravi di quelli riguardanti l’olio si registrano solo nel settore delle carni, dove le etichette mentono sulla provenienza degli animali, sulle denominazioni di origine di salumi e insaccati, sui metodi di conservazione.
Una menzione a parte va riservata alla mozzarella di bufala campana, classificata come DOP (Denominazione di Origine Protetta): nelle aree di Caserta e Napoli, sono stati sequestrati prodotti caseari perché anonimi e mancanti di indicazioni relative alla tracciabilità del prodotto finale o alla provenienza delle materie prime.
QUI è possibile leggere il report completo stilato dall’ICQRF.
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Fonte: Ministero delle Politiche Agricole
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