Referendum, Boccia: “Pd serio, subito nuova legge elettorale”
- Nicola Perrone
- 05/08/2020
- Politica
- segreteria.direzione@dire.it
Il ministro agli Affari regionali e Autonomie, intervistato dalla Dire: "Il segretario Zingaretti chiede il rispetto dei patti e mi auguro che tutte le forze politiche della maggioranza lo facciano" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
ROMA – “Quando Zingaretti dice che sulla nuova legge elettorale il Pd andrà avanti comunque, che in Parlamento chiederemo un confronto, è per senso di responsabilità: se c’è la maggioranza benissimo altrimenti la discussione si deve aprire a tutto il Parlamento”, risponde Francesco Boccia, ministro agli Affari regionali e Autonomie, nella videointervista rilasciata all’agenzia Dire. Sul referendum “il Pd è un partito serio, ha detto ‘Sì’ al taglio dei parlamentari- risponde Boccia- ma dal primo momento abbiamo detto che c’è un accordo politico, che la riduzione dei parlamentari ha senso se ci sono le modifiche correlate, ad esempio, penso all’adeguamento del numero dei grandi elettori per la nomina del Presidente della Repubblica ma anche alla nuova legge elettorale, perché se non si fa nulla le piccole Regioni rischiano di non aver più rappresentanza”. Insomma, dice ancora Boccia “non è possibile ridurre la rappresentanza in maniera così marcata in tante regioni e per questo il Pd chiede che si passi dagli accordi firmati ai fatti. Il segretario Zingaretti chiede il rispetto dei patti e mi auguro che tutte le forze politiche della maggioranza lo facciano… mi aspetto un contributo anche delle opposizioni visto che anche loro sono per il ‘Sì’, sarebbe bene, insieme, adeguare la legge elettorale, alla tante piccole Regioni italiane vanno date certezze subito e non dopo. A chi ha sancito un patto di maggioranza chiedo di rispettarlo, alle opposizioni una esortazione a confrontarci“.
Si parla di rimpasto, qualcuno spinge per far entrare Zingaretti… “Tutti si occupano di Zingaretti, il segretario si occupa del rispetto dei patti e delle regole, della costruzione e per questo lo ringrazio. Io non ho dimenticato, così come tutti gli iscritti e gli elettori del Pd, dove eravamo nel 2018… Se oggi il Pd è tornato ad essere non solo il secondo partito in Italia, penso tra poco anche il primo, un punto di riferimento nel nostro Paese lo si deve al lavoro del segretario che ha ascoltato tutti, Zingaretti ha il grande merito di aver unito il Pd. Le voci di rimpasto sono figlie della liturgia della politica italiana, alcune alimentate ad arte, altre ad aspettative di singoli, però io penso che se c’è una cosa che gli italiani non sopportano sono i giochini di Palazzo”.
Per quanto riguarda le prossime elezioni Regionali, il centrodestra è sicuro di vincere, Salvini ha detto che vincerà quasi dappertutto… “lui è fatto così, si prepara ad occupare fisicamente alcune regioni come ha fatto in Emilia-Romagna- prosegue Francesco Boccia, ministro agli Affari regionali e Autonomie, nella videointervista rilasciata all’agenzia Dire- Spiegheremo sia a lui che alla Meloni che in Puglia si vota per la bellezza della nostra regione, che noi abbiamo reso così senza di loro, per questo consiglio di non stancare i pugliesi con la loro presenza. Quando si trasformano le elezioni regionali in elezioni nazionali si fanno grandi disastri”.
I cittadini nelle regioni si aspettano di capire “dai candidati e da chi ha responsabilità, che cosa il Paese può fare per quei territori e come, mi pare di poter dire che per fortuna nostra non abbiamo seguito il filo spinato di Salvini, i dazi, la distruzione dell’Europa”, prosegue Boccia. Il centro sinistra ha davanti un lungo percorso “iniziato con il congresso vinto da Zingaretti per costruire una vasta alleanza sociale, abbiamo cominciato con questo Governo, non possiamo farla da soli ci vogliono gli altri partiti e ci vuole anche molto coraggio. Per accelerare quel cammino bisogna tagliarsi i ponti alle spalle. Il numero di candidati diversi per Italia Viva e M5S ci dice che per loro questo cammino è ancora lento… noi andremo avanti unendo e non dividendo, perché chi divide aiuta Salvini e Meloni, e questo gli elettori lo hanno ben chiaro, il voto sarà polarizzato e chi non vota per il candidato del Pd e della sinistra voterà per Salvini e Meloni”, conclude.
“CONTE VALORE AGGIUNTO COALIZIONE PER BATTERE CENTRODESTRA”
“Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sarà un protagonista della vita politica futura del nostro Paese- dice Boccia, ministro per gli Affari regionali, nella videointervista all’agenzia Dire- è evidente che il cambio di passo che l’Italia ha avuto in quest’ultimo anno è dato dalla forza di Conte e dal coraggio, dalla lungimiranza del Pd di mettere insieme i pezzi… stiamo andando verso una polarizzazione tra forze sociali, civiche e progressiste e sovraniste e nazionaliste vedremo quale sarà la scelta degli italiani. Quando il presidente Mattarella deciderà che ci saranno le condizioni per andare alle elezioni, io non temo il voto, sono convinto che questo assetto può vincere contro i sovranisti e il presidente Conte è il valore aggiunto di questo assetto”.
“A SETTEMBRE LEGGE QUADRO SULLE AUTONOMIE”
La celebrazione dei 50 anni delle Regioni è stata anche un’occasione per “parlare delle prospettive e per dare una rotta ai prossimi 50” risponde Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali, nella videointervista all’agenzia Dire. Da parte sua lavorerà perché “la legge quadro sul completamento dell’autonomia differenziata veda la luce in Parlamento a settembre, questa è un’occasione storica che abbiamo”. Per il Boccia, “i livelli essenziali delle prestazioni che sono previsti dalla nostra Costituzione su sanità, scuola, tpl e assistenza, devono essere una volta per tutte definiti dal Parlamento. E’ da 20 anni che gli italiani lo aspettano, quando saranno definiti sarà evidente a tutto il Paese che alcune aree hanno bisogno di uno sforzo in più da parte dello Stato”. Quelle aree, continua Boccia, “sono sicuramente le aree di montagna, che rappresentano il 53% della nostra superficie. La vera proposta? Invece di dire finanziamo questo o quello, vincoliamo alcune risorse sui temi che sono già stati stabiliti a Bruxelles nel negoziato chiuso dal nostro presidente del Consiglio, dal ministro Amendola, col sostegno di tutto il Paese. Rafforziamo le reti- conclude Boccia- ma facciamolo riducendo le diseguaglianze. Questo deve valere per tutti i comparti previsti dal Recovery Fund”. Il ministro ha chiuso ricordando che “negli stati generali a villa Pamphilj il presidente del Consiglio ha detto ai sindaci e ai presidenti delle Regioni che saranno protagonisti, e così sarà”.
“LA SCUOLA RIPARTE A SETTEMBRE, È UN PUNTO FERMO”
“Appena il commissario Arcuri tirerà le somme sui dispositivi e su tutti quei beni e forniture che serviranno a garantire il distanziamento delle scuole, potremo con certezza già dire quando questi prodotti e materiali, i banchi, arriveranno nelle scuole. Ma noi su questo siamo tranquilli: a settembre si riapre e la scuola è un punto fermo. Non possiamo in alcun modo non garantire la ripartenza delle attività scolastiche”, spiega Boccia.
“Anzi, sono convinto- aggiunge – che le scuole ripartiranno anche con maggior forza, intanto perché gli studenti non vedono l’ora di ritornare a scuola. Le famiglie non vedo l’ora di rivedere i ragazzi a scuola. E poi avremo, oltre a strutture nuove e più moderne, strutture adeguate, anche la sperimentazione della didattica a distanza che ora è diventata un’eccellenza. Molte attività didattiche pomeridiane aggiuntive potranno essere fatte con testimonianze, con attività di persone che sono anche fuori dalla scuola”.
“Io sono sicuro che riapriamo- continua il ministro- e dal primo settembre c’è anche l’apertura organizzativa. Le scuole di fatto non hanno mai quasi mai chiuso, ci sono stati gli esami di Stato e una serie di attività amministrative. Il personale Ata ha lavorato a lungo durante anche i momenti più drammatici, anche se erano sospese le lezioni. Insomma, le scuole ripartono a settembre con certezza. In queste ore il commissario Arcuri sta completando il suo lavoro su tutto quello che servirà per far ripartire le scuole in sicurezza così come richiesto dalla ministra Azzolina. Però devo dire che dalle Regioni e dagli Enti locali stiamo avendo un grande contributo di collaborazione. Ringrazio il presidente Bonaccini a nome di tutti perché il lavoro che si sta facendo è un lavoro di cesello quotidiano”.
“CHI CAMBIA LE REGOLE DEI TRASPORTI SI ASSUME RESPONSABILITÀ CONTAGI”
“Autonomia delle Regioni ma anche responsabilità. Questo varrà anche in futuro. E’ dal decreto del 16 maggio che questo meccanismo funziona così… La responsabilità dei contagi inevitabilmente poi ricade su chi ha modificato le regole”. Cosi’ il ministro per gli Affari regionali e Autonomie, Francesco Boccia, intervistato dalla Dire, risponde sulla questione del distanziamento dei treni.
Alcune Regioni del Nord, come la Liguria e Lombardia, hanno deciso di mantenere le loro ordinanze che annullano il distanziamento sul trasporto regionale, nonostante l’indirizzo diverso del Governo sui treni a lunga percorrenza. “Il Governo predica sempre prudenza e rigore– spiega Boccia- penso che se ci si trova in queste condizioni, se il nostro Paese è considerato uno dei Paesi più sicuri al mondo è perché queste sono state delle virtù, non sono dei limiti. E continueremo a predicare prudenza e rigore. Però andiamo sempre avanti. Siamo l’unico Paese che non ha fatto passi indietro. Noi facciamo passi adeguati e mai più lunghi della gamba, ma andiamo avanti”. Il ministro continua: “È evidente che sui treni a lunga percorrenza il ministro Speranza ha dato un’indicazione chiara. Il ministro della Salute chiede che vengano ancora mantenute le distanze perché siamo ancora nella fase di lenta e graduale ripartenza. Sul trasporto locale, ovviamente, le Regioni possono ridurre quelle distanze ma devono sapere che quella riduzione incide poi sulla tenuta del proprio territorio. Oggi è tutto abbastanza sotto controllo, ma è evidente che le Regioni, che dal sistema di monitoraggio settimanale del Ministero della Salute vedono che in qualche modo può esserci un aumento dei contagi, devono essere molto caute. Quindi, autonomia delle regioni ma anche responsabilità“.
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