Regionali 2020, sondaggio Dire-Tecnè: ora è 4 a 2 per il centrodestra

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Partita aperta in cinque delle sei regioni al voto. Zaia incontrastato in Veneto Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – Partita aperta in 5 delle 6 regioni che andranno a votare il prossimo 20 e 21 settembre. Stando al sondaggio Dire-Tecnè, infatti, nel Veneto la partita è già chiusa, con il Governatore Luca Zaia rieletto a furor di popolo con più di 50 punti di distacco rispetto al candidato del centrosinistra.

Nelle altre regioni, spicca il dato clamoroso della Puglia, con il Governatore uscente, Michele Emiliano, indietro di ben 5 punti rispetto all’avversario del centrodestra Raffaele Fitto. Su Emiliano pesa la decisione di Matteo Renzi di non sostenerlo e di candidare Ivan Scalfarotto per fargli male.

In Liguria il Governatore uscente, Giovanni Toti, al momento è avanti più di 10 punti rispetto al candidato Ferruccio Sansa sostenuto dall’alleanza del centrosinistra e dal M5S. Partita difficile, difficilissima in Toscana: in quella regione il leader della Lega, Matteo Salvini, si gioca il suo futuro politico e la leadership del centrodestra. Per questo concentrerà lì tutti i suoi sforzi e già da oggi sarà invasione di campo perenne. La sua Susanna Ceccardi, sostenuta dal centrodestra, è dietro al candidato del centrosinistra, Eugenio Giani, ma la distanza è di soli 5 punti, dato da allarme rosso per il Pd.

Nelle Marche il candidato di Giorgia Meloni, sostenuto dal centrodestra, al momento, è avanti al candidato del centrosinistra di 7 punti. La partita è aperta, ma è un altro segnale positivo per la leader di Fratelli d’Italia, perché se dovesse vincere in Puglia e Marche, di fatto, sarà un passo importantissimo non solo per tentare il sorpasso della Lega ma di conquistare la leadership del centrodestra.

Il Pd e il centrosinistra, alla fine, porterebbero a casa Toscana e Campania, anche se Vincenzo de Luca, al momento, è davanti a Stefano Caldoro del centrodestra solo di 5 punti e mezzo. Qui però il grosso del ‘bottino’ elettorale De Luca lo dovrebbe portare a casa dalle oltre 15 liste di appoggio.

Con questi risultati in mano, in caso di conferma, per il Pd ma anche per il M5S e la coalizione di Governo si aprirebbe una fase difficile, di forte difficoltà. Non solo diventeranno più acute le contrapposizioni tra alleati ma anche all’interno delle singole forze politiche, a partire dal Pd, dove a quel punto non solo si dovrà definire la nuova linea politica ma pure decidere chi guiderà il partito nella nuova fase.

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