Regionali, Governo ragiona sulla data del 20 settembre. Ma per il referendum ipotesi scorporo

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No all'election dei con regionali, amministrative e referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – Il governo ragiona ancora sul 20 settembre come data dell’election day di regionali e amministrative. Per il referendum consultivo sul taglio dei parlamentari, invece, spunta l’ipotesi di un accorpamento con il turno di ballottaggio delle amministrative. E’ quanto emerge al termine dell’incontro a palazzo Chigi tra i rappresentanti di “Noi no”, il Comitato che si battera’ per il No al referendum costituzionale Andrea Cangini, Nazario Pagano, Tommaso Nannicini e il presidente del consiglio Giuseppe Conte.

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Non ci sono precedenti di un election day in cui si accorpa il referendum costituzionale con altre elezioni, a Conte abbiamo detto che sarebbe incostituzionale”, spiega Nazario Pagano al termine del faccia a faccia. Non e’ espressamente vietato (come per i referendum abrogativi), ma non e’ mai successo prima.

“Si inquinerebbe il risultato, non c’e’ neanche da dirlo”, spiega Andrea Cangini che sottolinea come vada “bene tutto, a patto che ci sia la possibilita’ di fare una campagna con cui i cittadini vengono pienamente informati e che non ci sia un risultato dopato dal voto politico”.

“Conte ha capito quali sono i problemi e il nostro punto di vista e siamo rimasti d’accordo che resteremo in contatto. Ha detto che si prende un surplus di rifessione. Confidiamo nelle capacita’ di mediazione del presidente del Consiglio su questo tema”.

Quanto all’ipotesi di un accorpamento con il ballottaggio, Nazario Pagano osserva che “andrebbe male comunque, in quanto si tratta in ogni caso di un accorpamento, ma sarebbe il male minore”. Per le regionali, invece, resta l’orientamento del governo a indicare la data del 20 settembre, anche se il premier tiene aperta la riflessione con le regioni.

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