Resto al Sud: il turismo è il settore con più imprese create
Secondo i dati aggiornati al 1 giugno 2021, la misura Resto al Sud, promossa da Invitalia, ha finanziato oltre 8700 nuove imprese, con 454 milioni di euro di agevolazioni concesse e oltre 32mila nuovi posti di lavoro creati.
Il settore che ha ottenuto più finanziamenti è quello turistico: la metà delle imprese create grazie a questa misura, destinata alla regioni del meridione, ha permesso la nascita di ristoranti, alberghi diffusi, centri sportivi, servizi per la fruizioni di beni culturali, quali musei e monumenti storici.
Anche il settore manifatturiero e artigianale ha potuto godere dei finanziamenti di Resto al Sud (1 impresa su 5 fa parte di questo settore).
Solo il 5%, invece, riguarda il settore delle imprese ai servizi, il 3% il settore Ict, il 2% quello delle costruzioni.
Le regioni che hanno presentato più domande sono la Campania, con oltre 12mila richieste, la Sicilia (3.803 domande) e la Calabria (oltre 3mila).
Resto al Sud, insomma, si è rivelata un’ottima opportunità per giovani e disoccupati per avviare la propria impresa in alcuni dei settori che hanno reso forte il Made in Italy: turismo, manifattura, artigianato, senza trascurare la piccola, ma non esigua, parte di domande per avviare imprese nell’Information Technology.
Resto al Sud, di cui possiamo leggere una guida che bene spiega tratti e caratteristiche sul sito di Contributi PMI, è destinata ai giovani tra 15 e 55 anni residenti in Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e nelle due isole maggiori, Sardegna e Sicilia. La misura prevede finanziamenti per metà a fondo perduto, per metà attraverso un fondo di garanzia. Il finanziamento massimo ottenibile è di 50mila euro in caso di ditta individuale e 200mila euro totali (50mila a socio) in caso di società. Possono far richiesta anche le imprese non ancora nate, purché la società o la ditta individuale venga costituita entro due mesi.
La misura promossa da Invitalia finanzia tutta una serie di progetti e spese, tra cui la ristrutturazione e la manutenzione degli immobili, l’acquisto di macchinari, attrezzature e impianti, l’acquisto di programmi informatici, e tutte le spese per l’avvio delle attività: materie prime, materiali di consumo, affitti e leasing, assicurazioni.
Le imprese che possono far domanda, invece, devono far parte dei settori agricoli, artigianati, industria, fornitura di servizi, turismo e pesca e acquacoltura. Non possono invece far domanda i liberi professionisti e le attività di commercio.
Le domande, inviate per via telematica attraverso la piattaforma dedicata, vengono valutate da Invitalia attraverso l’analisi del business plan, delle potenzialità del mercato di riferimento, della sostenibilità economica dell’impresa e delle competenze dei soci.
Dopo la lunga crisi dovuta alla pandemia, Resto al Sud rappresenta un’opportunità interessante per avviare una propria impresa in territori difficili, ma ricchi di potenzialità come le regioni del Meridione. I settori turistico, culturale, artigianale e manifatturiero, parte importante dell’economia italiana, possono trovare nuova linfa grazie alla misura di Invitalia, un’occasione per far partire imprese innovative oppure legate alla nobile tradizione artigianale italiana.