Rifiuti a Roma, Giampaoletti: “Pronti a ricapitalizzare Ama, ma serve piano aziendale”

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Il direttore generale del campidoglio, Franco Giampaoletti, apre a questa possibilita' Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – Roma Capitale e’ pronta a ricapitalizzare Ama. Il direttore generale del campidoglio, Franco Giampaoletti, aprendo a questa possibilita’, nel corso di una seduta della commissione capitolina Trasparenza, ha lasciato intendere che il capitale sociale dell’azienda (attualmente stimato in circa 182 milioni di euro) potrebbe finire sotto il limite di legge di 50mila euro (condizione per la ricapitalizzazione), e quindi con il patrimonio azzerato (attualmente vale 285 milioni di euro circa), al termine della maxipartita di riconciliazione tra crediti e debiti tra municipalizzata e socio che vale 1,1 miliardi di euro e avra’ fine il 31 luglio.

Roma Capitale ha assolutamente intenzione di sostenere Ama e lo dico come rappresentante di un tavolo il cui mandato politico, espresso con forza dalla sindaca e dall’assessore Lemmetti, e’ stato proprio quello di definire, nel caso in cui ne risulti la necessita’ sulla base dei presupposti di legge, l’obiettivo del comune di sostenere l’azienda– ha detto Giampaoletti- Sostenere l’azienda parte da presupposto che nel momento in cui venga determinata la necessita’ di introdurre nella societa’ mezzi finanziari nuovi, che sia un prestito soci, una ricapitalizzazione, un contributo in conto finanziamento o altro, questo e’ intenzione del socio farlo”.

Che si andra’ verso una ricapitalizzazione lo ha detto lo stesso Giampaoletti: “L’eventuale ricapitalizzaizone, e ci sono partite in corso di definizione, potrebbe essere risolta con una ricapitalizzazione da parte della societa’“.

Insomma, lo scenario che si prospetta all’orizzonte sembra essere quello della convocazione di un’assemblea straordinaria dopo il 31 luglio (quando Ama sapra’ quanti crediti potra’ vantare verso il Campidoglio e quanti debiti dovra’ onorare) con la deliberazione di ricapitalizzazione e successiva delibera di Giunta di ratifica.

Prima di arrivare a tutto questo pero’, entro la prima decade di agosto l’amministratore unico, Stefano Zaghis, dovra’ fare pervenire al Comune il piano previsto dalla legge Madia all’articolo 14, strumento indispensabile per consentire al socio Roma Capitale di mettere nuovamente denaro nell’azienda. “Sul piano Madia devo aspettare l’analisi finale dell’azienda, visto che abbiamo dei bilanci in movimento- ha spiegato Giampaoletti- Dal risultato finale, che e’ una somma algebrica di attivita’ (parte delle quali di pertinenza esclusiva di Ama e soggette alla valutazione del socio, parte che e’ il risultato di attivita’ che Ama e socio devono fare insieme e parte di competenza esclusiva di Roma Capitale, ad esempio la Tari) dipende una partita che potra’ richiedere la definizione di un percorso, come quello disciplinato dalla legge Madia”.

Un percorso che, secondo Giampaoletti, non significhera’ concordato ne’ fallimento: “Il piano di risanamento di un’azienda non significa dire che questa sia in condizione fallimentare. Questo piano e’ la condizione preliminare richiesta affinche’ il socio, nel caso in cui sia necessario, possa ricapitalizzare l’azienda o rifinanziarla”.

Insomma nessuna analogia con Roma Metropolitane o Atac: “L’ipotesi del concordato o dell’attivazione di qualsiasi procedura concorsuale e’ ultimativa, estrema, e che, come avvenuto per Roma Metropolitane o Atac, deve essere adottata nel momento in cui non sia possibile passare per il percorso naturale per il risanamento della societa’ previsto dalla legge Madia”.

La quale “dice al socio- ha continuato Giampaoletti- ‘non puoi continuare a finanziare una societa”, ma non e’ questo il caso di Ama, ‘che continua a generare perdite ad libitum, devi prima darmi la sicurezza che la societa’ abbia raggiunto un meccanismo di equilibrio strutturale, e questo lo fai attraverso il piano di risanamento'”.

Ama “non ha un deficit strutturale”, per il dg “il problema della societa’ e’ che se dovessimo incamerare la perdita per il Centro carni, quella per l’esercizio, e quella per il lodo Colari impatteremmo sul capitale della societa’. L’eventuale ricapitalizzazione, e ci sono partite in corso di definizione, potrebbe essere risolta con una ricapitalizzazione da parte della societa’. Tutto questo va inserito in un quadro che renda la cosa trasparente e nel meccanismo normativo che l’articolo 14 definisce essere necessario rispettare”.

L’amministratore unico, Stefano Zaghis, come e’ emerso durante la seduta della commissione Trasparenza, nei giorni scorsi ha inviato al Collegio sindacale una simulazione dello stato patrimoniale attuale, ipotizzando una ‘forchetta’ proprio alla luce del tavolo sulla riconciliazione crediti/debitri tra municipalizzata e Campidoglio. Si va da una piu’ pessimistica (azzeramento del patrimonio) a un’altra piu’ ottimistica (patrimonio positivo per una decina di milioni di euro). E le garanzie fornite da Giampaoletti su una possibile ricapitalizzazione di Ama lasciano intendere che sia a Palazzo Senatorio che a via Calderon de la Barca l’ottimismo non la faccia da padrone.

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