Rimini piange Sergio Zavoli e si prepara ad accoglierlo di nuovo: sarà sepolto vicino a Fellini

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Il sindaco Gnassi: "Questa è la sua patria. Con parole delicate e precise, la famiglia mi ha trasmesso il desiderio di Sergio- riferisce- 'essere riportato a Rimini e riposare accanto a Federico'" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

RIMINI – “Di tutto quello che si dirà- in queste ore, in questi giorni, per sempre- di Sergio Zavoli forse passerà inosservato un fatto apparentemente locale: Rimini è la sua patria. Lo è stata in vita per affetti, lavoro, amicizie, passioni. Lo sarà ancor più da ora in avanti”. Andrea Gnassi, sindaco di Rimini, rende omaggio a Sergio Zavoli, scomparso all’età di 96 anni, annunciando il suo “ritorno a casa”.

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sergio zavoli e federico fellini (1)Infatti, “questa mattina, con parole delicate e precise, la famiglia mi ha trasmesso il desiderio di Sergio- riferisce- ‘essere riportato a Rimini e riposare accanto a Federico’“.

Nel ricordo del primo cittadino, il suo legame indissolubile con la città romagnola in cui il giornalista è cresciuto e di cui è cittadino onorario: anche se nato a Ravenna “per l’anagrafe”, ricevette infatti la cittadinanza onoraria di Rimini, perché per l’allora sindaco Nicky Pagliarani “si doveva legittimare una situazione di fatto e riparare a una ingiustizia nei confronti di Zavoli stesso e di quanti lo avevano creduto riminese”. Ma è lo stesso Zavoli in un suo racconto a chiamare “casa” Rimini, riferisce Gnassi, citandone la frase ‘Poi mi prese un bisogno struggente di tornare a casa, di tornare a Rimini’. Quindi il ricordo della sua carriera, partita dalle cronache calcistiche da Rimini per arrivare alla Rai, a Roma. Proprio nella Capitale “Sergio Zavoli incontrò la sua compagnia- prosegue Gnassi- l’amico di tutta una vita: Federico Fellini, con cui condivideva sogni, paure e speranze, di gente della provincia che, nella loro opera e nella loro intelligenza, vedeva riconoscersi il mondo. Poi Tonino Guerra, Titta”.

Quindi il suo personale ricordo: “Ci sentivamo spesso”. Con Zavoli, racconta Gnassi, “ci vedevamo con un piccolo gruppo di amici qua a Rimini per un piatto di tagliatelle o qualche pesciolino. Non nascondo di essere masina_zavoli_fellini (1)particolarmente addolorato, triste, per questa scomparsa, avendo nel cuore di Sergio questo personale impasto di amicizia paterna, vera e rispettosa, mai esclusivamente assorbito dal racconto dei ricordi ma invece pieno della voglia di guardare al futuro. Fino all’ultimo”.

Gnassi riferisce poi le sue idee sul museo dedicato a Federico Fellini: “Non doveva essere un sacrario o un semplice omaggio alla memoria ma uno spazio della città che di Fellini assumesse la chiave magica del sogno“. E Zavoli a Gnassi ha donato una dedica personalizzata del suo ultimo libro: ‘Ad Andrea, che ha dato a Rimini un nuovo destino, aperto a tante idee’. Gnassi ricorda anche “la gioia mista a lacrime e orgoglio della e per la sua terra, quando presentammo alla Casa del Cinema a Roma, il progetto del Museo Internazionale Federico Fellini. Sognato insieme”. E i festeggiamenti, nel 2003 e nel 2013, a Rimini dei suoi 80 e 90 anni “con cerimonie pubbliche che aveva apprezzato perché ‘qui sono sempre tra gli amici'”.

“Riminese tra riminesi, il viaggio ritorna oggi alla sua città”, conclude il primo cittadino. “Ci ha chiesto di potere riposare per sempre accanto all’amico Federico. Per proseguire insieme il viaggio. Per ridere, scherzare. Per raccontare”Il Comune di Rimini, in accordo con le volontà della famiglia, assicura Gnassi, “onorerà al meglio la memoria di Sergio Zavoli con iniziative che saranno comunicate successivamente”.

Anche Riziero Santi, presidente della Provincia di Rimini, rende omaggio a Zavoli: “Oggi il nostro Paese, e la comunità della provincia di Rimini in particolare, piangono la scomparsa di un grande uomo- scrive- che ha attraversato la storia, dal secondo dopoguerra ad oggi, raccontandola in quel modo mirabile che ne ha fatto un modello esemplare per tutti i ricercatori appassionati e rigorosi della verità”. Se ne è andato “un gigante assoluto della nostra epoca– prosegue- cronista, maestro di comunicazione, storico e politico”. E ancora: “Si potrebbe parlare della figura pubblica di Sergio Zavoli per ore, con lo stupore per quante cose nella sua vita abbia fatto, per quante cose ci ha lasciato in eredità”, osserva. “Avendo avuto in sorte la fortuna e l’onore di conoscerlo di persona e di parlargli in varie occasioni, voglio condividere, nel mio ricordo vivido di quei momenti preziosi, chi è stato Sergio Zavoli nel privato- conclude Santi- una grande persona, oltre che un grande intellettuale e un grande italiano, una persona che sapeva sempre metterti a tuo agio, un uomo che ha fatto del senso di umanità la sua ricchezza”. Se ne va “un grande romagnolo, Sergio Zavoli, grande giornalista che sapeva raccontare la verità dei fatti con la lucidità del maestro. L’intera amministrazione comunale di Riccione si unisce al cordoglio di quanti hanno perso oggi un amico e un punto di riferimento culturale e intellettuale”, manda a dire Renata Tosi, sindaca di Riccione. “Ho un personale ricordo, come milioni di italiani, legato ai racconti che Zavoli fece di anni bui del nostro Paese, nella trasmissione televisiva ‘La notte della Repubblica’. Oltre 30 anni dopo, quel capolavoro del giornalismo italiano rimane attualissimo nei contenuti e nel metodo narrativo. Una testimonianza ai posteri di immenso valore storico e culturale, ma anche etico e di sapiente valorizzazione della verità dei fatti”, sottolinea poi Tosi.

“La Romagna e l’Italia perdono uno degli intellettuali di più alto profilo, lasciando un vuoto impossibile da colmare”, si rammarica Nadia Rossi, consigliere regionale del Pd, unendosi al cordoglio del mondo politico e culturale italiano per la sua scomparsa. “Oggi lo si definerebbe uno storyteller, per la sua capacità unica di entrare dentro le storie e trasmetterne l’essenza- prosegue Rossi- Sensibilità che ha fatto la differenza anche nel suo ruolo di presidente della Fondazione emiliano romagnola per le vittime dei reati, ruolo che ha ricoperto fino al 2017”. Infine apre una parentesi sull’amicizia tra due grandi: “In tanti ricordano l’amicizia con Federico Fellini e quello scambio quotidiano andato avanti per decenni, su tutto ciò che gli accadeva intorno, dalla realtà ai sogni- conclude- nell’anno del centenario felliniano, le strade dei due maestri si intrecciano nuovamente: chissà di cosa stanno sorridendo oggi“.

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