Roger Waters fa mea culpa su George Floyd: “Ho sbagliato”
Roger Waters è ritornato sulla drammatica vicenda di George Floyd, ammettendo di aver sbagliato ad esprimersi in un certo modo.
Una nuova controversa intervista con il fondatore dei Pink Floyd, Roger Waters, vede il musicista discutere della morte di George Floyd, di Donald Trump e del rapporto degli Stati Uniti con Israele.
L’ex Pink Floyd, un critico pesante e schietto del governo israeliano, ha suggerito che proprio a Israele potrebbe essere indirettamente collegata alla morte del disarmato uomo afroamericano ucciso dal poliziotto.
Floyd, un uomo di colore del Minnesota, è stato assassinato dall’ufficiale di polizia bianco di Minneapolis, Derek Chauvin, che si è inginocchiato sul suo collo per 8 minuti e 46 secondi durante un arresto.
Roger Water – in merito all’argomento – fa un passo indietro e con un mea culpa, dice di aver sbagliato a pronunciarsi in questo modo sulla vicenda di Floyd.
Roger Waters, l’omicidio di George Floyd collegato a Israele
La morte di George Floyd ha scatenato proteste di massa in tutti gli Stati Uniti e tutti e quattro gli agenti coinvolti sono stati licenziati il giorno successivo il drammatico episodio.
Chauvin, l’ufficiale bianco che teneva in ginocchio sul collo dell’uomo, da allora è stato arrestato e accusato di omicidio di secondo grado e omicidio colposo.
Riflettendo sull’incidente, Roger Waters ha suggerito che la tecnica usata dagli agenti di polizia ha legami con Israele:
“L’omicidio di George Floyd a Minneapolis la scorsa settimana è stato fatto con una tecnica inventata dall’IDF, dalle forze di occupazione“, ha detto Waters in un intervista a Memri TV.
“Gli israeliani hanno investito nella tecnica di uccidere le persone inginocchiandosi sul collo e tagliando l’afflusso di sangue dell’arteria carotide al cervello“.
L’artista ha quindi aggiunto che gli israeliani avrebbero insegnato tale tecnica alla polizia statunitense, che l’avrebbe poi applicata per uccidere i neri. Waters ha continuato: “E ne sono orgogliosi. Ne sono orgogliosi. Gli israeliani ne sono orgogliosi. Dicono: ‘Guarda quanto siamo bravi in questo, potete imparare…“.
Il video di Mother:
Roger Waters, il mea culpa su George Floyd e la vicinanza alla Palestina
Le parole del musicista non sono passate inascoltate e hanno creato un po’ di polemiche, tanto che l’ex Pink Floyd si è dovuto scusare, facendo un passo indietro, ammettendo di aver sbagliato sulla vicenda di Floyd.
Ecco le sue parole:
“A margine dell’intervista […] Ho usato parole che evocavano immagini metaforiche che, hanno detto i miei amici, erano ‘dannose per il popolo ebraico e per il movimento per i diritti palestinesi’ – e per questo, mi dispiace molto“.
Infine, in merito all’omicidio di George Floyd ha detto:
“Due cose. La prima: mi sono sbagliato su questo. Un amico a cui ho chiesto indicazioni su questo […] ha confermato che i programmi di scambio delle forze dell’ordine con Israele facilitano la condivisione di pratiche razziste e tecnologie repressive […] ma mi ha detto che Israele non addestra la polizia americana in tattiche come quelle usate per uccidere George Floyd. Come tutti sappiamo gli USA, un paese costruito sul genocidio di milioni di indigeni, sulla schiavitù di milioni di africani e sul razzismo sistemico, non sta chiaramente aspettando che Israele gli insegni come uccidere le persone di colore“.
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