Roma, il M5s vuole sfiduciare Della Casa: “Egoista, inadeguata e presuntuosa”, lei: “Scelta con l’inganno”
- Mirko Gabriele Narducci
- 13/05/2020
- Lazio, Roma
- m.narducci@agenziadire.com
Nel IV Municipio volano gli stracci, tra lacrime e frecciate al veleno Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
ROMA – Aria di tempesta nel IV Municipio della Capitale. Il M5s ha chiesto la sfiducia della sua stessa presidente, Roberta Della Casa. Le accuse? Dall’egoismo all’incapacità alla pienezza di sé. Ma lei replica: “Mi hanno scleta con l’inganno, è una partita politica”.
LA SFIDUCIA
“Questo documento rappresenta il termine prematuro di un percorso, uno strappo che fa male e che viene da parte di chi l’ha sostenuta e voluta come presidente di Municipio. E non lo fa per irresponsabilità ma per dovere e senso di trasparenza, perché a questo progetto crediamo davvero e lo sosteniamo tutti insieme e sempre, ed è l’unica ragione che ci ha portato a scegliere di essere cittadini all’interno delle istituzioni”. Sono le parole della capogruppo municipale del M5S, Germana Di Pietro, che con il suo intervento in qualità di prima firmataria ha aperto il Consiglio convocato per la discussione della mozione di sfiducia nei confronti della presidente del IV Municipio di Roma, Roberta Della Casa.
“Non ha ascoltato i cittadini, non ha ascoltato i consiglieri, non ha ascoltato i consigli di persone più autorevoli di noi”, ha spiegato Di Pietro. In questi quattro anni “abbiamo visto la sua ambizione e la sua presunzione: le manca tanto il senso della realtà ed è stato davvero difficile provare a ricondurcela. Per favore, non dica che stiamo riconsegnando il Municipio a ‘Mafia Capitale’, perché lo stiamo riconsegnando a Roma e lo facciamo solo per toglierlo a una persona incorreggibile e inadeguata come presidente di un territorio, che ha bisogno di un presidente che stia tra la gente, non al di sopra della gente”.
Un attacco molto duro, anche a livello personale, quello nei confronti della minisindaca da parte della sua stessa maggioranza, che contesta “la natura con cui ha scelto a un certo punto di portare avanti il suo ruolo oltre la centralità del Consiglio e del territorio. Del tutto oltre, forse altrove”. E così, ha concluso Di Pietro, “cambiava anche la sua Giunta, i cui assessori si avvicendavano continuamente per raggiungere i suoi obiettivi e i suoi progetti. Ne sono cambiati molti, fino ad arrivare alla squadra perfetta: l’estensione di sé”. Una presidente definita “molto social ma poco sociale, malgrado le linee programmatiche, malgrado l’indirizzo del Consiglio, malgrado noi”.
“Dalla capogruppo M5S Di Pietro ho visto commozione e lacrime strumentali e teatrali, ha detto che io sono stata voluta e sostenuta da sempre come presidente e come candidata: è falso, io sono stata scelta all’interno del gruppo territoriale del M5S con l’inganno perché la mia disponibilità in altri ruoli sarebbe stata scomoda. Io suggerivo al portavoce uscente, che ritenevo amico, di candidarsi come presidente perché io non ero pronta, ma qualcuno ha pensato di tentare il colpaccio. Mi trovo qui per caso, non sono mai stata sostenuta da questo gruppo che ha fatto parecchi prigionieri“, ha detto Roberta Della Casa, presidente del IV Municipio di Roma, intervenendo in Consiglio durante la discussione della mozione di sfiducia nei suoi confronti presentata dalla maggioranza M5S, attaccando le modalità di presentazione del documento: “Va contro il regolamento e il codice etico del Movimento, che vieta la sfiducia nei confronti dei suoi sindaci e presidenti eletti: 15 persone non sono rappresentative del M5S”. Una mossa con cui “si tenta di giocare una partita politica in vista delle amministrative 2021 tra chi si impegna e chi rinnega gli impegni presi”.
Questo Municipio, “cade in un momento di emergenza senza neanche poter avere una discussione di persona, forse non era il momento giusto”, ha sottolineato Della Casa riferendosi ai numerosi problemi tecnici e di streaming riscontrati nella prima ora di Consiglio. “Il presidente Conte, da cui sono orgogliosa di essere rappresentata, sta affrontando una pandemia storica a schiena dritta e non si permetterebbe mai di sfiduciare un presidente eletto in un momento del genere“.
Poi la minisindaca ha risposto agli attacchi anche di natura personale da parte della sua ex magggioranza: “Io sono tacciata di essere despota, di sicuro ho un carattere duro e spigoloso ma chi c’era prima di me doveva decidere chi viveva e chi moriva: molti di voi che oggi sono eletti con il M5S senza di me non sarebbero stati nemmeno in lista. C’è chi veniva da altri partiti, chi non si è mai iscritto a Rousseau, ma io non giudico perché ognuno ha il proprio passato. Non sono mai stata benvoluta, tanto che la prima crisi del Consiglio municipale è iniziata il 2 agosto 2016 per motivi personali”.
La mozione di sfiducia in discussione oggi, ha replicato Della Casa, “riporta molte falsità, e non refusi, a partire dai dirigenti che non sono competenza del presidente. Di assessori ne ho cambiati, è vero, ma per migliorare: chi non è più qui è perché ha commesso errori o perché è venuta meno la fiducia, niente di personale. Ma della mia squadra attuale ne vado fiera: ci siamo caricati sulle spalle un Municipio di 180mila cittadini, un territorio difficile com’è difficile questa periferia, senza l’aiuto di nessuno a nessun livello, neanche politico. Eravamo tutti inesperti, ma qui in Aula non sono mai state fatte delibere, se non per dare parere alle delibere centrali”. La presidente ha concluso leggendo un discorso: un attacco alla sua maggioranza, tacciata di “scarsa lungimiranza umana e politica non solo contro di me, ma contro tutti i cittadini e la sindaca Raggi. Io ho le mani libere, qualcun altro lo dovrà dimostrare”.
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