Romanò “Irreale, ricorderò sempre sguardo De Giorgi”
ROMA (ITALPRESS) – “Ha guardato me, mi ha detto ‘preparatì”. Yuri Romanò racconta a Repubblica il momento in cui, durante il quarto set, Fefè De Giorgi lo ha mandato in campo nella finale Italia-Slovenia che ha portato gli azzurri sul tetto d’Europa. “Ancora non ho realizzato, ho dormito zero minuti, mi ci vorrà una settimana”, dice il classe ’97 di Monza, opposto della Powervolley Milano che lo scorso anno giocava in A2 e che in finale ha messo al servizio dell’ItalVolley 11 punti e il 90% in attacco. “Mai giocato una partita così, mai avuta una percentuale così alta, così irreale. E’ stato bello. Lo sguardo di De Giorgi me lo ricorderò per sempre”. Non ricorda, invece, lo scambio di battute con il ct diventato virale: “Quanti punti vuoi fare nel tie-break, Yuri?” la domanda di De Giorgi. “Sì”, la sua risposta. “Ho detto così? No, non può essere. Oppure sì, in quei momenti succede qualsiasi cosa nel cervello di un giocatore. Poi abbiamo festeggiato, abbiamo bevuto Prosecco dalla coppa dell’Europeo, e De Giorgi ci ha detto ‘questa cosa ve la ricorderete per semprè”.
Probabilmente lui più degli altri. “Finora ho giocato al massimo in A2, lo scorso anno a Siena. Anche mia sorella e mia madre giocavano a volley. Io ero nato calciatore, terzino sinistro, ma a 16 anni mi sono allungato fino a 2 metri e 3 centimetri e ho preferito seguire la passione delle donne di famiglia, anche se quello alto è mio padre. Non mi aspettavo la convicazione – racconta Romanò -. Avevo vinto le Universiadi in azzurro, nel 2019. Durante l’Europeo non ho giocato molto, ma quando sono entrato ho dato il mio contributo”. E De Giorgi questo chiedeva. “I risultati parlano per lui. Ha messo in piedi una squadra in un mese e mezzo, con qualcuno dei reduci di Tokyo e tanti ragazzi giovani. I più esperti, Giannelli, Anzani, hanno aggiunto sul piatto la rabbia accumulata all’Olimpiade”. A Katowice il pieno di adrenalina anche grazie al pubblico che spera di ritrovare anche in Italia. “Giocare in un palazzetto come quello di Katowice, tutto pieno, mi ha fatto tornare indietro nel tempo. Noi siamo lì per far divertire il pubblico. La gente fa parte del gioco del volley, gli umori dei tifosi orientano i momenti e le partite. Mi auguro che questa vittoria sia uno stimolo importante per ripensare quel provvedimento. La gente deve tornare. In sicurezza, ma deve tornare a tifarci”.
(ITALPRESS).