Rooming-in: cos’è e quali sono i vantaggi per mamma e bambino
Il rooming-in è un passo indietro rispetto all’eccessiva medicalizzazione del parto. La pratica ancora troppo diffusa di tenere i bambini nelle apposiste nursery e portarli alla mamma solo per l’allattamento a orari prestabiliti ha diverse conseguenze negative. Una di queste riguarda l’allattamento al seno, i cui benefici sono numerosissimi.
Cos’è il rooming-in
Il rooming-in consiste nella semplice, quanto efficace, pratica di lasciare che mamma e bambino restino insieme giorno e notte durante tutta la permanenza in ospedale in occasione del parto. Si può e si dovrebbero tenere i neonati in culla vicino alla mamma fin dal primo momento dalla nascita. I benefici del rooming-in sono infatti numerosi e non trascurabili: le linee guida in materia di allattamento parlano chiaro.
Predisporre gli spazi necessari all’interno dei punti nascita non è complicato dal momento che una culla occupa pochissimo posto. Tanto basta per stimolare a cascata un insieme di comportamenti utili a tutelare la salute dei più piccoli e il benessere dei genitori stessi. Si stima infatti che l’allattamento al seno per i primi due anni potrebbe salvare la vita di ben 820 mila bambini sotto i cinque anni.
Rooming-in sì o no? Cosa dicono le linee guida
Il rooming-in fa parte dei dieci step stilati dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’Unicef per garantire il successo dell’allattamento esclusivo al seno. I benefici del latte materno sono ormai noti. Nonostante tutto, all’interno delle nursery, è comune somministrare alimenti liquidi diversi dal latte materno e ciucci e tettarelle per calmare i neonati. Tutto questo rischia di compromettere la buona riuscita di una pratica che dovrebbe essere la norma, dove possibile.
Questo succede perché con un’organizzazione simile i bambini vengono portati alle mamme solo per le poppate e a orari fissi e prestabiliti. In questo modo è impossibile rispettare il ritmo dei singoli neonati, rendendo complicato per loro fare qualcosa che diversamente verrebbe loro molto spontaneo. L’unico modo per favorire l’attaccamento al seno e una corretta suzione è nutrirli quando più ne sentono il bisogno, non esistono orari.
Rooming-in: gli altri benefici
Il rooming-in non solo favorisce l’allattamento esclusivo al seno fin da subito, di per sé già ottimo. Significa anche dare la possibilità ai neo-genitori di prendere confidenza col loro nuovo ruolo. Possono infatti iniziare a comunicare col bambino e riconoscerne comportamenti e segnali. Tutto questo fa sì che al rientro a casa mamme e papà si sentano abbastanza preparati per fronteggiare le necessità basilari dei nuovi arrivati senza troppe ansie.
Un altro importante vantaggio è che facilita un continuo contatto col personale sanitario, con la possibilità di esprimere dubbi e chiedere consigli senza limitazioni. Tutto ciò richiede un cambio di mentalità non indifferente, come suggerisce Alessandra Puppo, ostetrica. Nel vecchio sistema è il bambino a disposizione dei professionisti della salute in luoghi ad accesso limitato, ora si tratta di mettersi a disposizione dei neonati e dei loro genitori ed essere pronti a rispondere a ogni loro esigenza. Un lavoro che richiede impegno, pazienza e una buona dose di empatia.