Sa Tanca Manna è vivo! Il millenario olivastro sardo arso nell’incendio è ora pieno di germogli e ci dà una grande lezione di resilienza
Era stato dato per spacciato dopo il violento incendio (uno dei tanti) avvenuto circa un anno fa nel Montiferru, in Sardegna. Le immagini dell’olivastro millenario di Cuglieri, divorato dalle fiamme, ci avevano spezzato il cuore e per diverso tempo era stato considerato ormai morto.
Ma adesso l’antichissimo albero, divenuto emblema della devastazione, si è trasformato in un simbolo di speranza: Sa Tanca Manna, questo il nome dell’olivastro, è ancora vivo.
Neanche il fuoco è riuscito a porre fine alla sua lunghissima vita. La splendida notizia è arrivata proprio in questi giorni dopo un sopralluogo effettuato sul posto da Gianluigi Bacchetta, docente di Botanica e direttore dell’Orto Botanico dell’Università di Cagliari, che conferma che l’albero si sta riprendendo in maniera sorprendente, anche grazie al prezioso intervento dei botanici e dei volontari che avevano a cuore la sua sopravvivenza.
“Pochi credevano nella possibilità di una ripresa. In tanti dicevano che si stava addirittura sprecando tempo nel cercare di rianimare questa pianta. Invece hanno avuto la meglio le azioni che si sono portate avanti: pacciamatura, irrigazione di emergenza, somministrazione degli amminoacidi levogiri per il ripristino della funzionalità radicale, protezione del tronco con i teli di juta e poi la copertura a simulare la chioma che era andata perduta” spiega il professore.
Gianluigi Bacchetta spiega come è stata possibile la ripresa vegetativa dell’oleastro millenario di Sa Tanca manna, a Cuglieri.
Posted by UniCa – Università degli Studi di Cagliari on Monday, June 13, 2022
La straordinaria ripresa dell’antico albero, simbolo di Cuglieri
Le “cure” riservate all’albero nel corso della stagione autunnale ed invernale sono state benefiche. A partire dalla primavera, lo storico olivastro ha mostrato straordinari segni di ripresa, considerata la sua età avanzata e ciò che ha subito, e i suoi germogli hanno già superato i 40 centimetri.
“Non è stato possibile in autunno, perché si è trattato di una stagione molto siccitosa. Di certo non avrebbe sprecato energie d’inverno, con i rigori tipici e le giornate corte. Ha atteso la primavera, quando le condizioni si sono mostrate ideali” aggiunge il professor Bacchetta.
Ma nonostante la situazione faccia ben sperare, non bisogna abbassare la guardia.
Come Banca del Germoplasma della Sardegna continuiamo a coltivare i semi dell’olivo millenario perché potranno essere utili. – conclude l’esperto – E come Orto Botanico, in base alla convenzione con il Comune di Cuglieri e in accordo con l’associazione Montiferru, proseguiamo nelle attività di monitoraggio e di salvaguardia del Patriarca nella speranza che possa diventare esempio di resilienza anche per una comunità che, a distanza di un anno, soffre ancora gli effetti nefasti del rogo che c’è stato e attende ancora gli aiuti del Governo regionale, finora mai erogati.
Nel corso della sua esistenza millenaria l’affascinante olivastro, da sempre simbolo di Cuglieri, ha dovuto fare i conti con spaventosi incendi, forte siccità ed eventi metereologici estremi, e non si è mai arreso. Neanche di fronte al terribile rogo che ha seminato morte e devastazioen lo scorso anno. Il suo spirito resiliente riflette quello della popolazione sarda, che ha avuto la forza di rialzarsi e rinascere letteralmente dalle sue ceneri.
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Fonte: Università degli Studi di Cagliari
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