Salute, Sip: “Introdurre l’educazione sanitaria come materia in tutte le scuole”

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L'appello del presidente Alberto Villani: "Occasione storica per rendere migliore la salute di tutti" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – “La Societa’ italiana di pediatria (Sip) chiede l’introduzione dell’educazione sanitaria come materia d’insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado, dall’asilo alle medie superiori“, e’ l’appello che Alberto Villani, presidente della Sip, lancia dalle pagine di Pediatria, la rivista ufficiale della Societa’.

Nell’editoriale dal titolo ‘Non e’ mai troppo tardi’, Villani evidenzia che “basterebbero dalle 2 alle 6 ore al mese d’insegnamento da parte di pediatri e/o medici di sanita’ pubblica”, e scrive poi che la Sip sarebbe “disponibile alla condivisione dei programmi da svolgere- oltre che a fornire- le competenze scientifiche nel rispetto delle capacita’ di apprendimento delle diverse fasce di eta’”.

Il pediatra sottolinea come “formare dei cittadini preparati sui temi della sanita’ pubblica e personale renderebbe migliore la salute di tutti, faciliterebbe la sostenibilita’ del nostro Sistema sanitario nazionale (Ssn) e costituirebbe un significativo risparmio per le casse dello Stato. La scuola, come la sanita’- continua Villani- e’ stata abbandonata per decenni dalla politica (con la p minuscola), privata d’investimenti nell’edilizia scolastica (gran parte delle scuole risalgono a prima della nascita della Repubblica Italiana), erosa nel patrimonio umano docente e non docente con tagli irrazionali e scarsissimo ricambio del personale, ancoraggio a modalita’ didattiche non sempre in linea con i tempi”.

Perche’ quello che la pandemia ha messo in evidenza, secondo il presidente Sip sono “le carenze esistenti da decenni, gestite con sempre maggiore fatica dall’eroica dedizione dei dirigenti scolastici, dei docenti e di tutti coloro che con enormi sacrifici personali e senso delle istituzioni sono riusciti, nonostante tutto, a far si’ che la scuola italiana continuasse a mantenere livelli formativi adeguati”.

Nel suo accorato editoriale Villani sottolinea che “in un periodo emergenziale come quello che stiamo vivendo nel 2020, a causa del SARS-CoV-2, le criticita’ della scuola italiana sono affiorate in tutta la loro drammaticita’, con la stampa e la politica che sembrano solo ora accorgersi di tutte le carenze di un sistema in grado di sopravvivere nella normalita’, ma talmente fragile da non poter sopportare la benche’ minima ulteriore difficolta’, figuriamoci una catastrofe mondiale come quella che stiamo vivendo”.

E poi, andando indietro con la memoria scrive “quando ero bambino (anni ’60) ricordo una trasmissione televisiva molto popolare, organizzata con il sostegno dell’allora ministero della Pubblica Istruzione, intitolata ‘Non e’ mai troppo tardi’ e condotta dal maestro Alberto Manzi, per combattere l’analfabetismo, all’epoca del 10% circa, della popolazione. Fiduciosi del fatto che non e’ mai troppo tardi- dice il pediatra- calcolando che ancora oggi la poverta’ educativa e culturale in Italia e’ a livelli inaccettabili per il terzo millennio, ci auguriamo che sia possibile dare concretezza alla progettualita’ in atto di ‘rivoluzionare’ la scuola italiana”.

Il presidente Sip invita la politica a sfruttare quest’occasione che definisce “straordinaria” per invertire “il degrado degli ultimi lustri della scuola italiana e, come Sip- scrive- abbiamo avuto modo di constatare che esistono una caparbia volonta’ e uno straordinario impegno da parte del ministro dell’Istruzione, professoressa Lucia Azzolina, di promuovere concretamente il cambiamento e che esistono qualificate competenze nel ministero e nella scuola italiana per provare a dare concretezza anche ai sogni”.

Lo sguardo della Sip e’ rivolto verso “una scuola in cui, sin dall’inizio del percorso scolastico, sia possibile, per tutti i bambini e ragazzi, praticare attivamente lo sport proprio nella scuola (dal nuoto al calcio, dalla pallavolo al tennis, ecc.)- scrive il pediatra- imparare la musica (ad ascoltarla e a suonarla), essere educati alla bellezza (pittura, scultura, mosaico, teatro, ecc.) imparando a creare ‘opere d’arte’, le piu’ diversificate, ma anche a visitare le meraviglie artistiche del nostro Paese, presenti ovunque e in ogni caso facilmente raggiungibili (chiese, musei, ville storiche, ecc.). Nella scuola dovrebbe anche essere possibile imparare a nutrirsi in maniera sana ed equilibrata (insegnando gia’ dall’asilo la scelta degli alimenti e la loro preparazione), mangiando a scuola cio’ che gli stessi studenti dovrebbero aiutare a preparare”.

Non un’utopia ma un augurio perche’ “scuole cosi’ gia’ esistono (rarissime in ambito pubblico, meno rare tra le scuole private)- sottolinea Villani- e offrono delle opportunita’ formative e di vita che una organizzazione ben strutturata potrebbe offrire a tutti i bambini e ragazzi in Italia, in maniera equa. Oggi si spendono milioni di euro per combattere il disagio minorile, l’uso/abuso di alcolici e sostanze stupefacenti, i danni prodotti dall’obesita’ a danno fatto: investendo nella scuola riusciremmo forse a ridurre grandemente la disparita’, la poverta’ educativa, il disagio sociale, i disturbi del comportamento, la delinquenza, molti problemi di salute. L’istruzione e’ prevenzione- dice in conclusione il presidente Sip- Siamo fiduciosi del fatto che “non e’ mai troppo tardi”.

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