Salvate “Codamozza”: la balenottera senza coda del Mar Ligure ha bisogno di aiuto
Lei si chiama Codamozza, ed è la protagonista della storia che vi stiamo per raccontare e che ha già appassionato milioni di persone. Una balenottera comune, di quelle che siamo abituati a vedere nuotare tra le acque dei mari e degli oceani, lunga 20 metri e con un peso di 50 tonnellate, se non fosse per quel particolare della pinna mozzata dovuto a una vicenda lunga e travagliata.
Codamozza – Fonte Ansa
La prima volta che i ricercatori del Thetys, l’Istituto che studia i cetacei del Santuario Pelagos, si sono accorti di lei, hanno scelto il nome che oggi tutti conosciamo, proprio per l’aspetto attuale dell’animale.
Nel 2005, la balena fu avvistata nel Santuario Pelagos con gravi danni alla pinna caudale, probabilmente dovuto a una collisione con un’imbarcazione, a una rete o una lenza, secondo il parere degli esperti. Nel tempo poi, diversi sono stati gli avvistamenti di Codamozza in varie zone del mediterraneo: l’animale ha vagato dalla Spagna alla Grecia fino ad arrivare in Italia.
Deperita e senza più la pinna, la balenottera è stata avvistata prima a Catania e poi nel mar Ligure dove si è trattenuta diversi giorni. La storia ha fatto il giro del web e non solo, anche i telegiornali nazionali hanno parlato di lei, del suo coraggio e della sua forza, e del fatto che, nonostante la sua condizione, non si sia fermata davanti a nulla proseguendo il suo viaggio.
In molti si sono uniti nell’appello nei confronti del Thetys, con la richiesta di fare qualcosa di concreto per aiutare il cetaceo. C’è chi chiede di applicare una protesi, chi darle da mangiare, ma in una lunga lettera sul suo sito web, Maddalena Jahoda, responsabile della comunicazione di Tethys, ha spiegato che nonostante il tentativo di aiutare l’animale, la questione è più controversa di quanto si immagini.
Realizzare una protesi di un animale che pesa 50 tonnellate è già di per sé un’impresa difficile, anche se non impossibile ma, la difficoltà maggiore è data dal fatto che il cetaceo è sempre stato libero e quindi sarebbe difficile avvicinarlo. Anche per quanto riguarda il cibo, la situazione non è delle più semplici: Codamozza si sposta in continuazione arrivando a percorrere oltre 100 km al giorno.
Quello che è certo è che tutti, esperti e non, hanno compreso che la balenottera ha bisogno di aiuto. Tutto quello che possiamo fare al momento è raccontare questa storia, seguirla e fornirvi degli aggiornamenti, facendo sempre il tifo per Codamozza.
Codamozza – Fonte Ansa