Salvini si sposta al centro… così alla fine il centrodestra si ritroverà nel Pd
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Nicola Perrone
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13/10/2020
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segreteria.direzione@dire.it
L'editoriale del direttore Nico Perrone per Direoggi
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ROMA – Dai e dai, alla fine Giancarlo Giorgetti è riuscuito a far ragionare Capitan Salvini. Dopo la figuraccia della Lega alle ultime tornate elettorali, Giorgetti era uscito dalla grotta dove si era rinchiuso da mesi per chiedere un cambio di passo, che la Lega si spostasse più su posizioni moderate. Prima di tutto a livello europeo, lasciando stare Putin e compagnia, abbracciando presto Merkel e Partito popolare.
Poi è arrivato Pera Marcello, e pure lui piano piano è riuscito ad insufflare qualcosa di più liberale nel pensiero del leader. Adesso è arrivata la svolta, per qualcuno piccola, epocale per chi conosce il mondo leghista. Oggi Salvini ha riunito tutti i suoi europarlamentari e alla fine ai giornalisti ha annunciato il lieto evento: “L’Unione europea sta cambiando… io e Giorgetti faremo un tour nelle capitali europee“. E Giorgetti ha subito aggiunto: “Il mondo cambia, cambiamo anche noi”.
Il dato politico è che la Lega ha deciso di spostarsi più al centro dello schieramento politico, schiacciando Giorgia Meloni sempre più a destra e, di fatto, inglobando ciò che resta di Forza Italia. Chiaro che i Fratelli d’Italia non staranno a guardare, con il rischio di ingaggiare una gara a chi è più di centro… “alla fine incrociando il Pd”, scherza un parlamentare Dem.
Per quanto riguarda l’altra partita, quella Capitale, il Pd sta cercando in tutti i modi, come ci dice un big Dem, “di far ragionare Carlo (Calenda). Deve capire che se viene con noi in coalizione, se si fida della parola data, alla fine con il CoVid le primarie non si faranno e sarà nettamente lui il candidato più forte. Calenda con la coalizione di centrosinistra è già sindaco di Roma“.
Se invece, prosegue il ragionamento Dem, “si impunta, decide di fare da solo, beh metterà il Pd con le spalle al muro e noi dovremo reagire. Roma è fondamentale, a quel punto toccherà al segretario o a un big nazionale, che in quel caso non potrà dirci più no. Al ballottaggio ci andrà Zingaretti o Gualtieri non Calenda, Carlo farà la fine di Marchini, lo ricorda qualcuno?“.
Altro scenario, insiste il big Dem, “ma non credo sia possibile, e che il M5S riesca a rimuovere il masso Virginia Raggi. In quel caso troveremo subito un candidato comune, una figura più civica… tipo il rettore della Sapienza, per capirci”.
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