Sanità, Aiop “Ridurre le liste d’attesa con il privato accreditato”

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Tempo di Lettura: 2 minutiLECCE (ITALPRESS) – Superamento dei tetti di spesa per il recupero delle prestazioni non erogate e ruolo fondamentale della componente di diritto privato accreditato. Sono stati i temi al centro della 60a Assemblea generale di Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata, che si è tenuta presso il Teatro Politeama Greco a Lecce.Per Barbara Cittadini, presidente nazionale […]

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LECCE (ITALPRESS) – Superamento dei tetti di spesa per il recupero delle prestazioni non erogate e ruolo fondamentale della componente di diritto privato accreditato. Sono stati i temi al centro della 60a Assemblea generale di Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata, che si è tenuta presso il Teatro Politeama Greco a Lecce.
Per Barbara Cittadini, presidente nazionale di Aiop, c’è un passaggio obbligato da rispettare, ovvero “andare oltre i vincoli di spesa all’acquisto di prestazioni sanitarie dalla componente di diritto privato del SSN” e questa è un’esigenza improcrastinabile e assolutamente urgente, del resto, ha osservato Cittadini, “lo hanno compreso anche le Regioni che, come in un mantra, ribadiscono questa esigenza in ogni veicolo normativo. Lo comprendono più di tutti i malati, costretti a subire liste d’attesa incoerenti con la gravità e la complessità della propria condizione clinica. Ora è il momento della politica”.
All’Assemblea di Aiop, ha portato i suoi saluti il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, secondo il quale “quando l’interesse pubblico è chiaro e definito, ed è così nel Servizio Sanitario Nazionale, qualunque partnership col privato può aumentare la tutela dell’interesse generale; infatti senza il privato accreditato la sanità italiana sarebbe peggiore”.
Secondo il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, sono emblematici “i 500 milioni di euro che il Governo ha messo a disposizione delle Regioni per il recupero delle liste d’attesa, ma di cui è stato utilizzato solo il 30%”. Un sistema saturo, dove “solo la giusta integrazione tra pubblico e privato può fare fronte alle esigenze dei cittadini”. Per Gemmato “al cittadino non interessa chi fornisce la prestazione, ma l’efficacia e la gratuità della stessa, nell’ambito di un modello universalistico di salute”.
Ylenja Lucaselli, componente della V Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei deputati, ha riconosciuto l’esigenza di impegnarsi “nella lotta agli sprechi”, precisando che “non è necessario spendere di più, ma bisogna soprattutto spendere meglio ed è in questo che il ruolo del privato accreditato risulta fondamentale. Dovremmo immaginare delle Regioni con capacità di governare la spesa sanitaria, in grado di dare risposta sul tema delle liste d’attesa. Occorre, a tal fine, una visione generale che consideri la sanità pubblica e privata come due facce della stessa medaglia, non concorrenti ma complementari, che svolgono un servizio fondamentale nell’interesse dei cittadini”.
Un’esigenza condivisa, con l’obiettivo di superare tutte le differenze di trattamento, tanto sul lato della domanda quanto su quello dell’offerta.
“Le Regioni – ha osservato ancora Cittadini – devono essere messe nella condizione di acquistare le prestazioni più efficaci da quelle strutture in grado di garantire in modo efficiente, tempestivo e puntuale, a prescindere dalla natura giuridica delle stesse e di mettere fine alla divaricazione tra coloro che, a causa delle carenze del SSN, possono rivolgersi al mercato puro e coloro che, per motivi economici e sociali, sono costretti a una drammatica rinuncia alle cure. Si tratta, in altri termini, di superare anacronismi e nocivi pregiudizi ideologici e riportare, invece, il paziente al centro dell’interesse”.
“Ci sono 4 milioni di italiani in attesa di screening e di prestazioni medico-chirurgiche – ha ricordato, nel corso del suo intervento, Rocco Palese, assessore alla Salute della Regione Puglia -. Una situazione così straordinaria non può essere affrontata con strumenti ordinari: occorre superare il vincolo dei tetti di spesa sulla capacità delle Regioni di acquistare prestazioni dal privato accreditato. Dal 2012, infatti, è cambiato tutto, sia in termini negativi con la crisi pandemica e il conflitto russo-ucraino, sia in termini positivi con lo sviluppo tecnologico in medicina, in farmaceutica. La partnership pubblico-privato è un moltiplicatore formidabile degli investimenti necessari in sanità, nell’interesse di tutti”.

– foto ufficio stampa Aiop –

(ITALPRESS).

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