Sant’Alfio, a “Sotto il Castagno” “I Racconti della Piazza Grande”
Il primo appuntamento della rassegna letteraria “Sotto il Castagno” è con “I Racconti della Piazza Grande” di Pasquale Almirente, fissato per giovedì 25 luglio, alle 18:00, presso il Bosco “Donna Marietta”. A dialogare con quattro autori per quattro appuntamenti estivi sarà il giornalista Saro Sorace.
Le storie di una comunità per Pasquale Mimmo Almirante sono i racconti raccolti di una piccola comunità e dintorni con fatti antichi, eventi pittoreschi, diseppelliti, narrati e riferiti, alcuni truci e violenti, altri tragici, taluni divertenti in parte reali e in parte frutto dell’immaginazione e riportati in auge in modo sapiente e credibile da questo brillante autore. Sono ventotto “I racconti della Piazza Grande” di questo ultimo libro in cui il Genius loci si esalta e diviene la forza narrativa di Mimmo Almirante, figura di giornalista e da tempo scrittore, custode nella sua mente dei frammenti sparsi di un’ infanzia , di un tempo perduto e ora ritrovato, facendo rivivere un epoca descrivendo affreschi gradevoli e realistici di persone e cose che vale la pena far sapere, fare conoscere intessendo una trama di fatti da offrire a chi verrà dopo. Lo scrittore si riferisce a San Cono e al basso calatino , tuttavia quanti episodi analoghi avvengono nei paesi che nessuno mai racconta, quante storie nascoste e dimenticate esistono in una Sicilia ricca di umanità, asperità , durezze e colori. Pasquale Almirante mette in scena l’umanità più varia, dolce, violenta e beffarda che anche lui ha conosciuto e osservato, ha descritto persino i “cunti” degli anziani, ricchi di dettagli essenziali più delle storie in sé. E’ un libro che si legge con piacere, ardore e passione come un pasto ghiotto e gustoso, dal sapore dolce o salato ,che riempie il cuore e turba la mente l’entrata in scena di personaggi strani, originali e bizzarri, personaggi inaccettabili e ingenui, cinici e brutali, molti con soprannomi fantasiosi come si usava nei paesini per caratterizzarne l’indole o l’aspetto fisico, questa varia umanità si mescola e si confonde in un caleidoscopio di candore, di malizia tra il bene e il male in un atavico piccolo mondo antico.
Un libro di racconti che non si può sintetizzare deve essere assaporato e letto lentamente per capire quanto sia attraente e interessante, soltanto così si può comprendere come il collega giornalista di lungo corso, l’autore prolifico sia riuscito nell’intento di illuminare il passato recente consegnandoci ritratti umani accattivanti, verosimili di uomini e donne con realismo a volte brutale che danno senso alla vita e accendono la luce nei paesi e nei borghi del mondo contadino. La Piazza Grande è il luogo dell’anima che attraversa la mente dell’autore ed il punto dove si concentra la conoscenza degli eventi della comunità. E’ un libro dedicato idealmente alla moglie Enza quando toccante all’inizio è il ricordo della compagna di un vita scomparsa da qualche anno in cui al rimpianto e al dolore per l’amata si aggiungono i sentimenti dei legami eterni che non svaniscono mai.
E dopo si passa in rassegna il contesto della vitalità dei vari personaggi radicati in prevalenza tra i contadini della realtà sanconese, si narrano fatti grotteschi, tragici, dolorosi e gioiosi che si alternano nei ventotto racconti di una dimensione esistenziale e sociale ormai scomparsa, velata dalla nostalgia , e oggi sostituita da una modernità che cancella e svilisce spesso la memoria che invece dobbiamo sempre difendere e custodire. La raccolta si snoda in modo elegante con una scrittura sobria, con uno stile efficace e chiaro, che colpisce il lettore in modo convincente ed efficace. L’autore disvela e dipana tutti i sentiment umani con candore, stupore e purezza, mettendoci in guardia dalle facili suggestioni di una modernità che ha mutato il mondo contadino. Da giornalista si deve essere lapidari e sintetici mentre da scrittore il respiro diventa più lungo approfondendo la propria sensibilità verso le cose e l’umanità. Ed è proprio quello che ha fatto Mimmo Almirante che riesce a mettere a frutto le sue naturali doti di fantasia e capacità descrittiva tenute sopite per tanti anni. Un libro da leggere per capire com’eravamo e come siamo.