“Scippo di mascherine”, scontro fra sindaci reggiani

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Si accende lo scontro tra il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, e quello Casalgrande, Giuseppe Daviddi, che accusa il collega di essersi 'accaparrato' metà dei dispositivi realizzati,ì dalla Nuova Sapi, che ha riconvertito la produzione Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

REGGIO EMILIA – Sono ai ferri corti il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi, e quello Casalgrande, Giuseppe Daviddi, protagonisti di un duro botta e risposta sulla distribuzione delle mascherine prodotte di recente tramite riconversione industriale dall’azienda Nuova Sapi (con l’aiuto di un’altra decina di realtà, tutte private, che impiegano oltre 150 persone). Ad aprire il fuoco è stato Daviddi che nell’ultimo Consiglio comunale, riunito via internet, ha accusato il collega del capoluogo e la sua azienda speciale Fcr (Farmacie comunali riunite) di essersi accaparrati della metà dei dispositivi realizzati, quella cioè non destinata alla Protezione civile, costringendo di fatto la Nuova Sapi a firmare un contratto di esclusiva che taglia fuori ogni altro potenziale acquirente, speculando inoltre sui prezzi di vendita.

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“Abbiamo una nostra azienda a San Donnino di Casalgrande- le parole di Daviddi- che produce 150.000 mascherine al giorno e un sindaco si prende la metà di questa produzione oltre all’esclusiva”. Affermazioni su cui non si fa attendere la replica di Vecchi, che in premessa dice: “Non partecipo a polemiche politiche, non credo sia utile alla comunità e penso che in un momento così drammatico chi lo fa sia un irresponsabile”. Per questo, continua il sindaco di Reggio, “ho trovato lunare l’uscita del sindaco di Casalgrande che se la prende con Farmacie Comunali Riunite dicendo tre falsità, di cui la prima è di una gravità assoluta: ovvero che speculerebbe sul prezzo delle mascherine”.

E’ invece “esattamente il contrario- continua Vecchi- perché le mascherine che si trovano sugli scaffali di Fcr a 0,90 euro l’una sono le più economiche, in un mercato nel quale c’è chi vende lo stesso prodotto a tre, cinque volte tanto. Quando non dieci volte tanto, come ci segnalano alcuni cittadini”. Su questo punto, pertanto, “sono certo che il collega Daviddi vorrà rettificare questa sua considerazione”.

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La prima delle altre due informazioni che per il primo cittadino di Reggio non corrispondo al vero è “che Nuova Sapi sarebbe stata costretta a firmare un accordo in esclusiva con le Farmacie: questo è falso. Suggerirei al collega di verificare le informazioni in suo possesso perché sono totalmente inesatte”. Inoltre, “se sostiene che Nuova Sapi sia una ‘sua’ azienda vorrei conoscere da Daviddi se la possieda al 51%, al 33% o anche soltanto all’1%”. Insomma, conclude Vecchi, “capisco lo stress che attanaglia tutti noi, ma quando si muovono accuse così gravi e infondate forse chiedere scusa sarebbe un gesto di intelligenza“. In caso contrario, “sarà chiaro a tutti che questa polemica miserabile nasconde l’intenzione di speculare politicamente, questo sì, su un grave momento di sofferenza e di paura della cittadinanza”. Se così fosse “ognuno si assumerà nelle sedi opportune la responsabilità delle parole che ha pronunciato, ma io certamente non parteciperò a teatrini penosi che danneggiano tutta la comunità provinciale”.

Fcr, da parte sua, annuncia querele: “Il sindaco Daviddi con la sua posizione ha gravemente leso il lavoro svolto di tanti soggetti che ha permesso di consegnare al territorio reggiano oltre 220.000 mascherine a 25.500 famiglie e 81 aziende della provincia che non avrebbero avuto alternative nella fornitura dei dispositivi”. Dunque “ne risponderà in sede civile e in sede penale, come si conviene in questi casi”. Quanto agli accordi presi per la distribuzione delle mascherine, la società evidenzia che “fin da subito Nuova Sapi e Unindustria hanno ritenuto fondamentale la presenza di Fcr al fine di garantire, con tempi e pagamenti certi, l’acquisto della produzione non destinata prioritariamente alla sanità”.

I motivi di questa collaborazione, “che non corrisponde in alcun modo ad un accordo di esclusiva” sono molteplici. Innanzitutto, “garantire un flusso di cassa continuo alla ditta per mettere in sicurezza il nuovo processo produttivo”, poi “dedicare Nuova Sapi alla produzione e non alla commercializzazione che non rappresenta il proprio core business” e da ultimo “calmierare il prezzo finale di vendita” degli strumenti di protezione “altrimenti irreperibili in una fase di mercato estremamente caotico e governata da un crescente numero di truffe”. Fcr, viene infine sottolineato, acquista da Nuova Sapi le mascherine a 50 centesimi, le impacchetta e distribuisce alle farmacie a 60 centesimi, che le rivendono al pubblico a 74 centesimi oltre Iva ovvero 90 centesimi. Un prezzo, quindi “inferiore di tre o quattro volte i prezzi di mercato e uguale su tutto il territorio provinciale”.

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SINDACO CASALGRANDE: FCR CREA DISPARITA’

Il fatto che a distribuire le mascherine chiururgiche prodotte dalla Nuova Sapi sia l’azienda speciale Fcr controllata dal Comune di Reggio Emilia, crea una “enorme disparità” tra quei Comuni dove questa è presente con suoi punti vendita e gli altri dove è assente, come per esempio sull’appennino. E’ solo una delle perplessità espresse dal sindaco reggiano di Casalgrande Giuseppe Daviddi, entrato in polemica con il collega del Comune capoluogo Luca Vecchi, sulla distribuzione dei dispositivi sanitari realizzati dall’azienda casalgrandese “riconvertita”, relativa in particolare alla parte non destinata alla sanità pubblica.

A questo proposito Daviddi sottolinea: “E’ assolutamente corretto che le mascherine vengano dirottate alla ‘prima linea’, ma ho però appreso in un secondo tempo che non tutta la produzione sarebbe stata destinata alla sanità e che una quota di questa produzione era stata destinata in esclusiva a Fcr. Questo passaggio non mi è affatto chiaro”. Non “intendo dire in alcun modo che ciò sia un illecito- continua il sindaco- le esclusive si stipulano per contratto e sono legali, ma mi sfugge la logica per la quale, queste preziosissime mascherine, non siano state messe a disposizione in maniera analoga, chiara ed aperta a tutte le farmacie, creando di fatto una esclusiva di Fcr”.

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Daviddi domanda quindi “se non avrebbe avuto più senso, per fugare ogni dubbio, dare in gestione ad un organo super-partes come potevano essere la Provincia o la Protezione Civile questa quota per distribuirla in maniera ragionata e secondo le necessità dei vari territori”. Magari, aggiunge, “con un prezzo trasparente ed imposto per evitare ogni forma di speculazione, piuttosto che affidarle tutte ad un unico soggetto controllato da un Comune”. Altro aspetto che non convince il primo cittadino è il prezzo delle mascherine, che era stato annunciato in 50 centesimi l’una. Daviddi ne ha acquistato personalmente un pacco da cinque, pagandolo 4,50 euro, cioè 90 centesimi al pezzo.

“Una esorbitante differenza rispetto quanto dichiarato personalmente dal sindaco Vecchi, che a questo punto invito a chiarire queste affermazioni perché a fronte della realtà riscontrata risultano perlomeno incaute”, è il commento da Casalgrande. Pertanto, conclude il sindaco, “in luogo delle polemiche magari sarebbe corretto avere spiegazioni puntuali che possano far meglio comprendere un quadro che al momento sembra decisamente singolare”.

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