Scoperta prima perdita “attiva” di metano dal fondo del mare in Antartide

Condividi
Tempo di Lettura: 3 minuti

Nell’Antartide è avvenuta la prima perdita “attiva” di metano dal fondo del mare, secondo i ricercatori forse ciò, potrebbe essere legato al fatto che i microbi che normalmente consumano il potente gas serra, sono in netta diminuzione, per cui c’è una fuoriuscita nell’atmosfera.

Come sappiamo, gli scienziati ci informano che grandi quantità di metano sono immagazzinate nei fondali marini intorno all’Antartide. Una fuoriuscita di gas potrebbe rappresentare un vero e proprio disastro ambientale senza precedenti, in un momento in cui la crisi climatica sta già riscaldando gli oceani e causando lo scioglimento dei ghiacciai.

Proprio nei giorni scorsi, abbiamo parlato della fusione del permafrost che non solo sta liberando virus e batteri, ma potrebbe essere alla base della fuoriuscita di petrolio nell’Artico.

La fusione del permafrost dietro la fuoriuscita di carburante nell’Artico: è una bomba a orologeria

Il perché di questa fuoriuscita di un metano rimane un mistero, togliendo l’ipotesi della diminuzione dei microbi. Il Mare di Ross, dove è stato trovata, attualmente non è vittima del surriscaldamento. La presenza di metano era stata rilevata per la prima volta dai subacquei nel 2011, ma gli scienziati sono rimasti sul sito fino al 2016, prima di iniziare il lavoro di laboratorio.

“Non è una buona notizia. Ci sono voluti più di cinque anni perché i microbi iniziassero a comparire e anche allora, c’era ancora metano che stava rapidamente fuggendo dal fondo del mare”, ha affermato Andrew Thurber, della Oregon State University negli Stati Uniti, che ha guidato la ricerca.

Il rilascio di metano dal permafrost è uno dei punti chiave che preoccupa gli scienziati per via dell’impatto suol riscaldamento globale “Il ciclo del metano è assolutamente qualcosa di cui noi come società dobbiamo preoccuparci”, ha detto Thurber.” Il perché succeda è un mistero a cui non abbiamo ancora una risposta, sta avvenendo dalla parte di un vulcano attivo ma non sembra provenire da quello”.

Come spiega poi Jemma Wadham, dell’Università di Bristol, nel Regno Unito, lavorare nell’Antartide è molto difficile. “L’Antartide e la sua calotta glaciale sono enormi buchi neri nella nostra comprensione del ciclo del metano della Terra”.

metano antartide

@Andrew Thurber / Oregon State University

“Pensiamo che ci sia la presenza significativa di metano sotto la calotta glaciale”, ha detto. “La grande domanda è: quanto è grande il ritardo [nei microbi che consumano metano] rispetto alla velocità con cui potrebbero potenzialmente formarsi nuove perdite di metano a seguito della ritirata del ghiaccio?”

La ricerca, pubblicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society B, riporta la scoperta del metano in un sito di 10 metri di profondità noto come Cinder Cones in McMurdo Sound. È una distenza lunga 70 metri di microbi bianchi e durante la spedizione del 2016 è stata trovata una seconda infiltrazione. La fonte del metano sta probabilmente marcendo i depositi di alghe sepolti sotto i sedimenti ed è probabile che abbia migliaia di anni. Nella maggior parte degli oceani, il metano che fuoriesce dal fondo del mare viene consumato dai microbi nei sedimenti o nella colonna d’acqua sopra. Ma la lenta crescita dei microbi nel sito di Cinder Cones, e la sua profondità, significa che il metano è quasi certo che penetri nell’atmosfera.

“Probabilmente siamo in una fase successiva, dove potrebbero passare dai 5 ai 10 anni prima che una comunità di microbi si adatti completamente e inizi a consumare metano”, ha detto ancora Thurber.

Attualmente comunque è improbabile che i ricercatori possano tornare in Antartide. Il continente è attualmente privo di coronavirus ma il rischio di infezione ha interrotto i piani di spedizione.

Fonte: Proceedings of the Royal Society B/The Guardian

Leggi anche:

Da Greenme

Loading