Scuola, Brugnaro: “Bisogna farla riaprire il 10 ottobre”
- Fabrizio Tommasini
- 07/07/2020
- Politica, Veneto
- f.tommasini@agenziadire.com
C'è "il panico generale" nelle scuole e "con questi matti che ci sono al Governo", dice Brugnaro, non siamo in grado di aprire le scuole" a settembre Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
VENEZIA – Riaprire la scuola dal 10 ottobre. Dopo aver fatto votare per le regionali e le comunali, e regalando a ristoratori e albergatori, insomma al turismo, un mese di possibili guadagni in più per rialzarsi dopo i danni del coronavirus.
“Non è una provocazione” quella che lancia il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro in una intervista ad Antenna 3. Mancano le linee guida per la riapertura a settembre, e c’è “il panico generale nelle scuole” stante l’assenza di indicazioni su come far tornare gli studenti in classe. Insomma, “seriamente, macchè provocazione: non siamo in grado di aprire le scuole” a settembre, “con questi matti che ci sono al Governo che non ci stanno dicendo niente, non ci danno un euro, stanno scaricando su dirigenti scolastici, insegnanti e famiglie”.
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E allora, “a questo punto”, le scuole “aprano il 10 ottobre” facendo prima elezioni. Incalza Brugnaro, un fiume in piena: “Decidano che si va a votare, finalmente; che siamo anche stanchi: io ho fatto cinque anni e non so quanti mesi devo continuare (a fare il sindaco, ndr) perchè devono farsi campagna elettorale. Invece che stare al Governo uno è qua a fare campagna elettorale…”, e intanto non si sa come far tornare nelle scuole. Quelle “fatele riaprire dopo: recuperiamo un mese di vacanza per albergatori e ristoratori, recuperiamo un mese della stagione estiva e i ragazzi vanno a scuola il 10 ottobre, almeno per allora speriamo ci diano le linee guida per come fare ste distanze”, sprona il sindaco.
Il timore di Brugnaro è invece che nulla cambi e “all’ultimo momento faranno il decreto del venerdì notte” per posticipare il riavvio delle lezioni, quando invece dovrebbero “ascoltare chi ha esperienza”, sentirsi dire che le elezioni il 20 settembre e l’eventuale ballottaggio 15 giorni dopo “è una cosa che non ha senso”, sentenzia Brugnaro. Dunque, si facciano consigliare, “magari privatamente, poi dicano loro le idee ufficiali, facciano loro i numeri uno non voglio pubblicità”, ma anche qui Brugnaro teme di predicare nel deserto, visto gli interlocutori. “Dopo Toninelli pensavo di aver toccato il fondo, invece abbiamo cominciato a scavare“, dice riferendosi al ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina.
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