Se l’Europa non è solidale a che cosa serve?

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L'editoriale di Nico Perrone per DireOggi Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print

Una guerra su più fronti. Non solo l’emergenza sanitaria legata al coronavirus ma pure il tracollo economico, da tutti annunciato, che già da adesso dobbiamo affrontare se non vogliamo uccidere il Paese. Quasi sei italiani su dieci, nel sondaggio Dire-Tecnè, temono di perdere il lavoro, di diventare disoccupati a breve. Per questo occorre mettere in campo risorse straordinarie, non si può pensare di affrontare questa battaglia standosene in trincea, aspettando chissà che cosa. Oggi il confronto politico, molto teso, investe direttamente l’Europa e il suo futuro. Dieci paesi, tra i più colpiti dal virus, chiedono e spingono per un provvedimento unico e solidale. I paesi del Nord, Germania in testa, vogliono che ognuno adotti la misura già prevista (Mes, il cosiddetto Fondo salva stati, ndr) che alla fine, però, significa pagare per anni e anni un prezzo altissimo. Eppure Mario Draghi, per un decennio alla guida della Bce, l’uomo che ha tenuto e salvato più volte l’Euro, ha usato parole chiare: siamo in guerra, e in guerra lo Stato deve pensare a salvare i cittadini e lo sviluppo economico, proprio per garantire un futuro. Al momento, dopo il primo confronto di ieri, la discussione è stato rimandata fra due settimane. Non fa ben sperare, tanto che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha parlato chiaro: se gli aiuti saranno quelli che si è visto in passato, allora l’Italia farà da sola. Parole dure, che non tutti nel Governo hanno apprezzato. A quanto si è saputo, da giorni è in atto uno scontro tra Conte e il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. Al centro, la tenuta dei conti, con il presidente del Consiglio che vuole più risorse da dare agli autonomi e ai cittadini e Gualtieri che frena e che non ha preso bene, lui che praticamente è cresciuto a Bruxelles, la stoccata all’Unione europea. Ma senza l’Europa difficilmente ce la faremo, troppo grandi le risorse che serviranno e da soli saremo anche preda facile della peggiore speculazione, che sicuramente potrebbe approfittarne per prendersi quasi gratis i pochi ‘gioielli’ che ci sono rimasti. Questo è il punto: vincerà l’Europa solidale o l’Europa degli Stati egoisti?

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