Serbia, Palalic “Raid Nato pericoloso precedente, ha ancora effetti”
Tempo di Lettura: 3 minutiROMA (ITALPRESS) – “Il 24 marzo è una ricorrenza triste per noi. Sono trascorsi 25 anni dall’inizio del bombardamento della Serbia che è durato 78 giorni con conseguenze disastrose e terribili: migliaia di persone uccise, di cui molti bambini, e la distruzione di molte fabbriche, ospedali, ponti, ferrovie e case. Il danno conta oltre 10 […]
ROMA (ITALPRESS) – “Il 24 marzo è una ricorrenza triste per noi. Sono trascorsi 25 anni dall’inizio del bombardamento della Serbia che è durato 78 giorni con conseguenze disastrose e terribili: migliaia di persone uccise, di cui molti bambini, e la distruzione di molte fabbriche, ospedali, ponti, ferrovie e case. Il danno conta oltre 10 miliardi di euro e ci sono state conseguenze politiche, economiche e sanitarie”. Così Jovan Palalic, deputato e segretario del Partito popolare serbo e presidente del gruppo parlamentare di amicizia Italia-Serbia, in un’intervista all’Italpress, ricorda l’operazione della Nato in Serbia avviata il 24 marzo 1999. Al centro della campagna dell’Alleanza atlantica c’era la questione del Kosovo.
“A nove anni dal bombardamento – ha affermato – c’è stata l’autoproclamazione dell’indipendenza del Kosovo che è stata illegale e ha causato tantissimi problemi nei Balcani, per quanto riguarda i separatismi in diversi paesi e le violenze contro il popolo serbo. La Serbia, dopo il bombardamento, ha proclamato la sua neutralità militare e c’è un’enorme maggioranza del popolo serbo che non vuole sostenere una decisione di adesione alla Nato. Il paese vuole essere fuori dall’integrazione atlantica. Dopo il bombardamento, inoltre – ha aggiunto -, ci siamo dedicati al rinnovamento della nostra economia con molti crediti stranieri”.
L’Italia, per Palalic, ha “capito e sostenuto economicamente e politicamente la Serbia per farla uscire dall’isolamento in cui era rimasta. Dal punto di vista sanitario, invece – ha proseguito -, in Serbia possiamo notare molti tumori dopo il bombardamento. Tante persone hanno evidenziato problemi sanitari nelle zone bombardate e lo stesso hanno riportato i soldati italiani che sono stati in Kosovo. E’ un problema molto grave di cui non si parla molto”.
Per il deputato serbo ci sono state anche conseguenze nelle relazioni a livello globale. “A livello mondiale – ha evidenziato – possiamo dire che il bombardamento della Serbia ha una conseguenza diretta: l’indipendenza del Kosovo ha distrutto il diritto internazionale rispetto a tutte le regole ma innanzitutto per quanto riguarda l’integrità territoriale. Adesso molti paesi sfruttano il precedente del Kosovo per risolvere le controversie territoriali. Per esempio in Ucraina si parla di integrità territoriale e abbiamo una situazione molto strana perchè i paesi che hanno sostenuto l’indipendenza del Kosovo riconoscono l’integrità territoriale dell’Ucraina ma non rispettano quella della Serbia. La Russia invece si pone totalmente all’opposto”.
Per il deputato serbo, infatti, “il Kosovo è un precedente” che può determinare altre crisi perchè “quando si distrugge il diritto internazionale una volta” poi questo può accadere “dappertutto”.
Nel 1999 l’Italia ha partecipato all’operazione della Nato. “In Italia c’era un governo che ha sostenuto la posizione a favore del bombardamento”, ha ricordato Palalic. “Però dopo il bombardamento – ha continuato – c’è stata un’apertura da parte italiana per quanto riguarda gli investimenti e la presenza economica nel paese, dopo la caduta di Milosevic”.
Ora i rapporti tra i due paesi sono buoni. “L’Italia sostiene l’adesione della Serbia all’Unione Europea – ha sottolineato – e il paese è sempre stato uno dei primi partner economici. E’ molto importante perchè, dopo tutti gli errori che ha fatto il governo italiano, avvertiamo un cambiamento, in particolare oggi con il governo di centrodestra. I partiti che ne fanno parte, innanzitutto la Lega – ha continuato -, durante il bombardamento hanno sostenuto la posizione della Serbia. Adesso la Serbia è il primo partner dell’Italia nei Balcani e abbiamo buonissimi rapporti economici e politici. Belgrado, a 25 anni dal bombardamento, diventa un pilastro della presenza italiana nella regione. Sono felice di vedere – ha aggiunto Palalic – che i politici italiani hanno capito che si deve sostenere la Serbia se si vuole avere una regione stabile e con una crescita economica”.
Per quanto riguarda l’Unione Europea, invece, per il deputato serbo la situazione è “complicata”. “In base alla posizione ufficiale del nostro governo – ha spiegato – vogliamo essere membri dell’Ue e continuare l’adesione ma adesso abbiamo due problemi che provocano controversie tra Belgrado e Bruxelles. Innanzitutto, non avvertiamo la volontà da parte dell’Ue di volere allargarsi nella regione: ci sono parole e promesse ma non ci sono scadenze e mosse chiare. In secondo luogo, il nostro processo è condizionato dalla questione del Kosovo. Per la Serbia il Kosovo è parte integrante del paese e anche la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dice che il Kosovo è parte della Serbia. Noi rispettiamo le nostre regole e il diritto internazionale ma adesso – ha proseguito – siamo condizionati dall’Ue a riconoscere l’indipendenza del Kosovo. Come popolo non possiamo farlo. Gli ultimi sondaggi dicono che oltre l’85% dei serbi afferma che se riconoscere l’indipendenza del Kosovo è una condizione per l’adesione della Serbia all’Ue, noi scegliamo la nostra integrità territoriale e non vogliamo entrare nell’Ue. I vertici di Bruxelles, però, non smettono di fare pressioni sulla Serbia perchè rinunci a parte del suo territorio. Oltre a Italia e Ungheria, gli altri paesi hanno la stessa linea. L’Italia continua a sostenere la posizione della Serbia senza condizioni per quanto riguarda l’adesione all’Ue”. Per Palalic, “dopo 25 anni dal bombardamento, si deve considerare la Serbia un paese serio, si deve rispettare la sua potenza economica nella regione e la sua identità – ha concluso Palalic -, che è molto importante”.
– Foto Gruppo parlamentare di amicizia Italia-Serbia –
(ITALPRESS).