Si cambia in Valpolicella, meno resa in vigneto e riduzione delle uve per l’Amarone
L’emergenza economica legata alla pandemia del Covid-19 e le proiezioni legate all’assorbimento del mercato e alla tenuta del prezzo medio, oltre che per mantenere un’elevata qualità produttiva, ha spinto Il Cda e l’Assemblea dei soci del Consorzio tutela vini Valpolicella a disporre la riduzione delle rese dei vigneti dal prossimo raccolto da 120 a 100 quintali per ettaro con una cernita dell’uva destinata all’appassimento di Amarone e Recioto fissata al 45%, inoltre deciso il blocco totale di nuovi impianti nella denominazione per altri 2 anni.
Olga Bussinello direttore del Consorzio tutela vini Valpolicella: “Gli interventi presi sono quanto mai necessari quest’anno, perché cercano di dare una risposta ad una situazione decisamente anomala che comunque ci chiederà di fare i conti con il mercato nel medio termine e con il contingentamento di un vigneto cresciuto del 26% negli ultimi 10 anni. Oggi più che mai serve lavorare più sulla qualità che sulle quantità, sui valori più che sui volumi: lo dicono i dati export di aprile, quando – dopo un avvio di 2020 molto promettente – il lockdown ha ridotto drasticamente le importazioni di vino italiano sul mercato interno e nelle nostre principali piazze di sbocco”.
Complessivamente su un’area di circa 8.300 è ormai di circa 1/4 la superficie di vigneto sostenibile tra biologico e certificazione RRR, per una denominazione che genera ogni anno un giro d’affari di 600 milioni di euro, di cui 360 milioni grazie all’Amarone. Lo scorso anno le vendite del Re della Valpolicella sul mercato interno sono cresciute a valore del 6,8% mentre all’estero l’incremento è stato del 4%. Germania, Stati Uniti e Regno Unito i principali buyer. Continua a guadagnare quote di mercato anche il Ripasso, che nel 2019 è cresciuto del 14,3% in Italia e dell’8,8% nel mondo, con il Canada che assorbe quasi 1/4 dell’intera domanda estera.