Smaltivano i rifiuti dandoli in pasto ai maiali e riversandoli illegalmente nei terreni, maxi sequestro per due aziende di Lodi
Maxi sequestro preventivo (per ben 3.937.029 di euro!) in due aziende agricole del Lodigiano, accusate di traffico illecito di rifiuti e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. A scoperchiare il vaso di Pandora i Carabinieri del RAC insieme al personale dell’ARPA di Lodi e del Distretto Veterinario Alto Lodigiano, che avevano avviato le indagini nel 2018.
Ciò che accadeva negli allevamenti gestiti delle due aziende “TONINELLI F.lli Agricola S.S. (con sede in Pieve Fissiraga) e LUCRA 96 Srl (con sede in Villanova del Sillaro) fa davvero rabbrividire. Negli stabilimenti in questione, infatti, ai suini venivano dati in pasto i rifiuti dell’industria alimentare e lattiero-casearia e la carne dei maiali veniva poi utilizzata per produrre salumi come il prosciutto crudo DOP di Parma e San Daniele.
A seguito della scoperta, era scattato un sequestro preventivo di migliaia di prosciutti – ben 8.500 prosciutti – ancora in fase di stagionatura (con successivo declassamento a prosciutto nazional). Ma non finisce qua: i titolari delle due aziende erano stati poi denunciati per aver realizzato abusivamente un’area di stoccaggio, dove erano depositate 75 tonnellate di rifiuti speciali.
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Rifiuti usati illecitamente per produrre energia e come concime per i campi
Gran parte di questi rifiuti erano anche utilizzati illecitamente negli impianti di biogas per produrre energia elettrica da fonte rinnovabile, motivo per cui l’operazione in questione condotta dalle forze dell’ordine prende il nome di “Easy Energy”. E al termine del processo di produzione di energia, i rifiuti venivano riversati nei terreni delle società agricole indagate e in altre 15 sparse tra Lodi, Pavia e Milano, ignare dell’origine del “concime” che era tutt’altro che organico.
Nei campi fatti analizzare dalle forze dell’ordine sono state rinvenute tracce di metalli, plastiche ed altri materiali derivanti dallo sversamento del rifiuto residuo (il cosiddetto “digestato”) al posto del concime organico.
Attraverso questo condotte illecite (e pericolose per l’ambiente e la salute), gli indagati erano riusciti a realizzare un profitto di ben 17.133.702 euro, derivante dall’indebito conseguimento di erogazioni pubbliche dal Gestore Servizi Energetici nazionale (GSE) e da un indebito risparmio legato allo smaltimento irregolare dei rifiuti speciali.
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Fonte: Carabinieri per la Tutela Agroalimentare
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