Smantellata la terribile prigione russa delle balene (che anche DiCaprio aveva combattuto)
Ma più in prigione: la terribile “prigione delle balene” in Russia è stata finalmente smantellata. E Putin firma una legge che vieta la pesca commerciale e costiera di balene, delfini e focene. Incubo finito per i poveri cetacei?
In Russia la pesca di cetacei “selvaggia” (ma legale) era la norma fino a poco tempo fa: come riportano i media locali, la cattura dei mammiferi marini veniva effettuata infatti in conformità con quanto previsto dall’Agenzia federale per la pesca.
Ma gli attivisti per i diritti degli animali si sono sempre opposti alla cattura di mammiferi come orche, delfini, beluga e altre specie rare e preziose. La situazione è cambiata dopo lo scandalo della prigione delle balene nel 2018.
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Questi legalissimi recinti erano delle vere e proprie prigioni, ove oltre 100 balene, orche e beluga, erano rinchiusi, potendosi muoversi poco, stretti in striminziti recinti nella costa orientale russa nella città di Nakhoda, a circa 200 chilometri da Vladivostok. Era il più grande numero di animali marini mai detenuto all’interno di gabbie temporanee.
Gli esperti ma anche l’opinione pubblica tutta a livello internazionale (si era mosso anche il celebre attore attivista Leonardo Di Caprio) hanno denunciato per molto tempo che questi mammiferi marini venivano venduti agli acquari in Cina anche se sulla carta potevano essere catturati unicamente a scopo scientifico. In Cina infatti è possibile guadagnare migliaia di milioni di dollari grazie alla cattura di questi animali.
L’incubo per loro è finito nel 2019, quando finalmente la Russia aveva firmato un accordo con un gruppo di scienziati internazionali per liberare quasi 100 balene tenute prigioniere per mesi nell’Estremo Oriente russo.
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Il primo gruppo di due orche e sei beluga è stato rilasciato nel Mare di Okhotsk il 27 giugno 2019 e il 10 novembre dello stesso anno le ultime balene beluga sono state rilasciate nel Mar del Giappone. Alla fine del 2020, il governo russo ha inasprito le regole per la cattura di questi animali e quest’anno, dal 20 settembre, per sei mesi, ha introdotto il divieto di esportazione di balene, delfini e focene dalla Russia.
Oggi, la svolta finale.
[…] i recinti galleggianti della baia di Srednyaya a Primorye sono stati smantellati e trasportati in una condizione che preclude la possibilità di un loro ulteriore utilizzo per lo scopo previsto – riposta un comunicato di Greenpeace Russia – È stato indicato che il nuovo proprietario prevede di riprogettare le strutture e utilizzarle per le riparazioni navali. Come si può vedere nelle recenti fotografie, a Srednyaya Bay, infatti, non esiste più una “prigione delle balene”
Una vittoria che speriamo duri e che faccia da faro su altre atrocità inflitte sugli animali.
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Fonti: ria.ru / Greenpeace Russia
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