Spiagge, sindaci Romagna: “Libertà su orari e accessi”

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I sindaci della Romagna scrivono all'assessore regionale al Turismo chiedendo che siano i Comuni a decidere sugli orari di apertura degli stabilimenti: "Dobbiamo trovare modalità nuove" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

RIMINI – Tempo di utilizzo della fascia a mare prolungata; “asset strategici” e dunque la possibilità di “pranzare e cenare” sotto l’ombrellone, con la somministrazione in spiaggia e il delivery da “incentivare e promuovere”. E soprattutto ai Comuni la facoltà di “determinarsi liberamente in materia di accessi degli utenti, delle aperture e chiusure degli stabilimenti balneari e delle spiagge”. I Comuni costieri della Romagna, Rimini, Riccione, Cattolica, Misano Adriatico e Bellaria-Igea Marina scrivono all’assessore regionale a Mobilità e Turismo, Andrea Corsini, in merito alla prima stagione balneare segnata dal Covid-19.

Sottolineando che “lo scenario che comincia a intravedersi è preoccupante a dir poco”, con uno “choc senza precedenti in termini di calo del Pil, dell’occupazione e dunque del benessere delle imprese e delle famiglie”. Insomma, si legge nella lettera datata venerdì 15 maggio, il turismo è stato “colpito al cuore, si chiama ripartenza ma di fatto è una sfida nuova“. Così “aumenterà la necessità di poter vivere per più tempo un maggior spazio. Tempo e spazio sono le nuove coordinate entro cui le città dovranno ridisegnarsi”.

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La Romagna, proseguono i sindaci, “è stata tra le prime a cogliere questa sollecitazione per un turismo accogliente, ma soprattutto sicuro, offrendo un nuovo modo di vivere il mare e la spiaggia a 360 gradi, da mattina a sera con servizi nuovi. Occorre insomma “guardare con occhi nuovi alla spiaggia” e gli stabilimenti balneari “dovranno essere pronti, con misure e soluzioni che ne rendano attrattiva la fruizione oltre i consueti orari“. Con nuovi “asset strategici come la enogastronomia, gli straordinari servizi, la libertà da mattina a notte“. E ai Comuni “la facoltà di determinarsi liberamente in materia di accessi degli utenti, delle aperture e chiusure, tenendo in considerazione l’esigenza di garantire il mantenimento delle condizioni di pulizia ed igiene”.

Per la competitività dell’offerta turistica romagnola occorre, conclude la lettera dei primi cittadini, “riadattare i servizi alle nuove esigenze di sicurezza e distanziamento senza sacrificarne la qualità e la facilità di accesso”.

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