Studenti di Napoli in protesta contro la didattica a distanza: “Scuola fantasma”

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protesta scuola napoli

Fuori a diversi istituti si sono riuniti genitori e studenti. Gli alunni hanno portato con sé uno zaino vuoto e lo hanno posato davanti agli ingressi di diversi plessi

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NAPOLI – Si estende anche a Napoli il #fridayforschool, la protesta contro la didattica a distanza che si sta svolgendo in diverse città italiane. La manifestazione è stata già organizzata in Campania la settimana scorsa e viene riproposta oggi: fuori a diversi istituti del capoluogo partenopeo si sono riuniti genitori e studenti per una giornata di sciopero della Dad. Gli alunni hanno portato con sé uno zaino vuoto e lo hanno posato davanti agli ingressi di diversi plessi. La manifestazione si svolge fuori a scuole secondarie e primarie in quanto in Campania, a differenza della gran parte delle altre regioni italiani, sono chiuse tutte le scuole, dagli asili nidi ai licei.

Successivamente, genitori e studenti hanno raggiunto piazza del Plebiscito per partecipare a una lezione simbolica all’aperto in sostituzione della Dad. Esposto uno striscione con la scritta ‘Scuola fantasma’ e in piazza sono stati sistemati numerosi banchetti monoposto rigorosamente distanziati.
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“L’iniziativa – spiega la rete ‘Scuola e bambini nell’emergenza Covid-19’, promotrice delle manifestazioni in corso da settimane in Campania – vuole anche evidenziare come la scuola non sia un’entità isolata rispetto agli spazi urbani in cui è collocata e che l’utilizzo di spazi pubblici all’aperto e dei beni comuni presenti sul territorio possa essere una enorme potenzialità. Nel rapporto del comitato esperti pubblicato nel maggio scorso, si cita espressamente la possibilità di utilizzare parchi e giardini per lo svolgimento delle lezioni e si auspica una vera e propria interazione della didattica con più musica, più sport, più cinema e teatro e più arte. Sono mesi che evidenziamo a tutte le istituzioni come gli spazi cittadini possano diventare aule a cielo aperto”. “Ricordiamo – prosegue la rete – che la Campania è il territorio in cui i bambini e i ragazzi del primo ciclo di istruzione hanno perso il maggior numero di giorni e ore di scuola rispetto al resto d’Italia e d’Europa. In Campania toppo poco o nulla è stato fatto per potenziare la sanità territoriale, i trasporti pubblici e per garantire il diritto allo studio. Il risultato di questa inefficienza è la forma di didattica che stiamo accettando come scuola. Vogliamo la scuola, quella vera, di relazione, in presenza”.

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