Terremoto in turchia, 2,7 milioni di persone ancora sfollate

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Tempo di Lettura: 2 minutiROMA (ITALPRESS/MNA) – L’impegno dei donatori internazionali, che ieri hanno promesso 7 miliardi di euro a sostegno delle persone colpite dal devastante terremoto dello scorso mese in Turchia e Siria, è un primo passo positivo ma, sottolinea Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le […]

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ROMA (ITALPRESS/MNA) – L’impegno dei donatori internazionali, che ieri hanno promesso 7 miliardi di euro a sostegno delle persone colpite dal devastante terremoto dello scorso mese in Turchia e Siria, è un primo passo positivo ma, sottolinea Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare i bambini e le bambine a rischio e garantire loro un futuro -, la strada da percorrere è ancora lunga per garantire la ripresa necessaria per i bambini e le loro famiglie.
In entrambi i paesi le esigenze immediate e di ripresa comportano rischi incalcolabili per i bambini, se venissero trascurate. In Turchia, oltre 15 milioni di persone sono state colpite direttamente e 2,7 milioni sono ancora sfollate, mentre la ricostruzione delle centinaia di migliaia di case distrutte o danneggiate richiederà anni. In Siria, dove 12 anni di conflitto avevano già reso 15 milioni di persone, in buona parte bambini, dipendenti dagli aiuti umanitari, il terremoto ha aggravato l’emergenza nel nord del paese. Qui, le condizioni precarie della popolazione sfollata sono ulteriormente peggiorate per le piogge torrenziali e inondazioni che due giorni fa hanno colpito più di 4.000 famiglie, distruggendo o danneggiando centinaia di tende, loro unico riparo, lasciando i bambini nel terrore di dormire durante la notte.
“La situazione in Siria era già incredibilmente disastrosa anche prima dei terremoti, con i bambini che, dopo oltre 12 anni di guerra, non dispongono di acqua sufficiente, cibo, assistenza sanitaria, servizi educativi e, sempre più spesso, perdono la speranza. Per troppo tempo i bisogni dei bambini siriani sono stati trascurati. Non sarebbe dovuto servire un terremoto per riorientare la comunità internazionale, ma ora è giunto il momento di cambiare approccio. Dobbiamo utilizzare questi fondi per ripristinare le scuole e gli ospedali, e garantire che i bambini abbiano case sicure. La conferenza dei donatori di ieri è stata un’opportunità per impegnarsi con un approccio sostenibile e a lungo termine che risponda alle esigenze umanitarie dei bambini in Siria e iniziare così il lungo processo di recupero che consenta loro di costruire una vita migliore. E’ chiaro che dobbiamo fare molto di più per garantire questo risultato”, ha dichiarato Rasha Muhrez, Direttore della risposta umanitaria di Save the Children in Siria.
“Con l’impegno assunto ieri, la comunità internazionale deve garantire che i bambini ricevano il sostegno di cui hanno bisogno nell’immediato e nel lungo periodo. E’ fondamentale che i bambini vengano ascoltati per comprendere meglio le loro esigenze specifiche e garantire una protezione adeguata. Inoltre, è essenziale che i fondi vengano convogliati alle organizzazioni siriane e turche, che finora sono state in prima linea nella risposta”, sottolinea Save the Children.
“Con 7 miliardi di euro promessi sia per la risposta umanitaria che per la ricostruzione a lungo termine, il lavoro inizia ora. Oltre duecentomila edifici, tra cui case, scuole e ospedali, sono stati distrutti o danneggiati in tutta la Turchia. I bambini sono stati strappati dalle loro case e la loro sicurezza è stata distrutta. Gli impegni di finanziamento e la solidarietà espressa oggi danno speranza ai milioni di bambini e alle loro famiglie che in tutta la Turchia stanno cercando di rimettere insieme i pezzi della loro vita. E’ ora fondamentale che questo sostegno internazionale arrivi il più direttamente possibile alle organizzazioni in prima linea, in modo che possa raggiungere senza indugio i bambini più vulnerabili e le loro famiglie”, spiega Sasha Ekanayake, Direttore di Save the Children in Turchia.

– foto Agenziafotogramma.it –

(ITALPRESS).

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