Terremoto, Ingv: “Le acque sotterranee dell’appennino segnalano sismi, dall’altra parte del mondo”

Condividi
Tempo di Lettura: 3 minuti

I ricercatori hanno monitorato per cinque anni il livello di una falda acquifera a Popoli, dove hanno osservato, un comportamento anomalo delle acque, il cui motore scatenante era dall’altra parte della Terra

Share on facebook

Share on twitter

Share on whatsapp

Share on email

Share on print

ROMA – Un nuovo studio, frutto della collaborazione tra Sapienza, Ingv e Cnr, ha rilevato alcune variazioni del livello delle acque di falda in Italia centrale, riconducibili a terremoti lontani, avvenuti persino in altri continenti. La “caccia” al precursore sismico continua, stavolta con un elemento in più. Come già documentato negli ultimi anni in numerosi studi, esiste una associazione tra lo scatenarsi dei terremoti e le variazioni nella circolazione delle acque sotterranee. Quello che ancora non è adeguatamente noto è come tale fenomeno riguardi anche i telesismi, terremoti lontani, avvenuti in altri continenti, i cui effetti sono avvertiti a migliaia di chilometri dall’epicentro. A far luce sulla inaspettata relazione tra sismicità e falde acquifere è un nuovo studio, frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e il Consiglio Nazionale delle Ricerche. I risultati, pubblicati sulla rivista ‘Scientific Reports’, rappresentano un ulteriore passo verso una possibile futura identificazione di precursori sismici nelle acque.

LA RICERCA

I ricercatori hanno monitorato per cinque anni il livello di una falda acquifera a Popoli, in Abruzzo, dove hanno osservato, oltre ai segni lasciati da eventi sismici avvenuti nelle immediate vicinanze, un comportamento anomalo delle acque, il cui motore scatenante era dall’altra parte della Terra: sono state identificate 18 forti oscillazioni come risposta “impulsiva” delle acque sotterranee ai terremoti di magnitudo superiore a 6.5 avvenuti in tutto il mondo, anche a oltre 18.000 chilometri di distanza dal sito di osservazione.

“Dall’indagine idrogeologica e sismica è emerso che le onde sismiche responsabili delle perturbazioni sono le onde di Rayleigh che viaggiano sulla superficie terrestre, raggiungendo enormi distanze – spiega Carlo Doglioni, della Sapienza e presidente Ingv. Ora che abbiamo individuato le perturbazioni causate dai terremoti lontani abbiamo uno strumento in più per distinguerle dai segnali precursori indotti dai sismi vicini”.

Lo studio inoltre attesta una correlazione tra la distanza del terremoto e la sua magnitudo con l’entità dell’oscillazione della falda freatica: una evidenza che conferma l’importanza di questi fattori nel controllo del comportamento delle acque sotterranee in un determinato sito, e non solo. “La natura degli acquiferi- spiega Marco Petitta, del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza- gioca un ruolo sicuramente fondamentale nella risposta delle acque all’attività sismica. Contrariamente a quanto avviene per gli acquiferi porosi, gli acquiferi carbonatici intensamente fratturati, come quello da noi monitorato in Abruzzo, si rivelano molto più sensibili agli eventi deformativi. Proprio questo aspetto diventa essenziale nell’identificare un sito idrosensibile alla sismicità”. Il fenomeno, recentemente evidenziato anche da uno studio simile condotto in Cina, rimane ancora materia di approfondimento del team di ricerca. Intanto i risultati dello studio aprono nuove vie sui criteri di cui tener conto nella scelta del sito che si intende monitorare e rappresentano una guida nel campo dei monitoraggi idrogeologici applicati ai fini sismici.

Share on facebook

Share on twitter

Share on whatsapp

Share on email

Share on print

Leggi anche:


pezzopane_l'aquila


Terremoto L’Aquila, sospese le tasse per il 90% delle aziende. Pezzopane: “Vittoria strategica”


sergio mattarella


Terremoto, Mattarella: “Opera di ricostruzione ancora incompiuta”




Terremoto, Di Berardino: “Approvate tre ordinanze per accelerare la ricostruzione”




La terra trema al confine con la Slovenia, sisma di magnitudo 4.2




Scossa di magnitudo 3.7 a largo di Siracusa


grotte santa maria leuca


Sui fondali del Salento c’è un sistema di faglie lungo 100 chilometri: è attivo e causò il forte terremoto del 1743

L'articolo Terremoto, Ingv: “Le acque sotterranee dell’appennino segnalano sismi, dall’altra parte del mondo” proviene da dire.it.

Loading