Testa già in vacanza, a Bologna parte la corsa per trovare una casa sull’Appennino

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Molti bolognesi stanno cercando una casa in affitto per l'intera estate. E alcune frazioni sono già sold out Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

BOLOGNA – Tanti vogliono andare in vacanza sull’Appennino bolognese, tanto che alcune frazioni e piccoli borghi sono già sold out. Con l’inizio della fase 2 dell’emergenza Coronavirus e, soprattutto, con l’arrivo della primavera è inevitabile pensare alle vacanze estive che quest’anno saranno necessariamente diverse dal solito. Un pensiero comune già a molte persone a quanto pare, perchè sono già tanti quelli che si stanno facendo avanti telefonando agli enti responsabili del turismo dell’Unione dei Comuni dell’Appennino per avere informazioni sulla situazione e anche per prenotare le ferie estive. In realtà, non si tratta di un aumento vero e proprio in termini di pernottamenti in bed&breakfast o alberghi, bensì proprio della richiesta di singole case e appartamenti, molto spesso per un lungo periodo, da giugno a settembre.

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“Non si tratta solo di proprietari di seconde case, che chiamano nei Comuni per sapere se possono recarsi nella casa in montagna, ma anche di cittadini interessati ad avere una sorta di ‘rifugio’ durante l’estate”, spiega alla ‘Dire’ Marco Tamarri, responsabile Cultura e Turismo dell’Unione dei Comuni dell’Appennino. In questo periodo di quarantena infatti, molte persone sono state ‘costrette’ a stare a casa dal lavoro dovendo però usare giorni di ferie che non potranno riutilizzare in estate, quindi l’idea di molti è quella di avere una ‘casa vacanza’ a pochi chilometri dalla città dove andare durante i week end, tra una passeggiata nei boschi e un giro al lago. Tamarri spiega che sull’Appennino bolognese ci sono già alcune frazioni, come Pianaccio (località Lizzano in Belvedere) o Castiglione dei Pepoli vicine al sold out, anche considerando che in questi luoghi, isolati e poco battuti, certo non si trova la vasta offerta di pernottamento di altre località turistiche.

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Ma così facendo non si rischia l’effetto contrario, cioè che queste zone in realtà diventino molto affollate e quindi non sia garantito il distanziamento sociale? “No- spiega Tamarri- questi luoghi sono geograficamente fatti e costruiti per ospitare poche persone. Se anche tutte le case fossero affittate non ci sarebbero affollamenti, magari normalmente sono borghi con 15 persone che in estate arriveranno a 50, 60, 70 al massimo”. Quest’estate “il turismo di prossimità sarà probabilmente l’unica forma di turismo compatibile con l’esigenza di sicurezza e di distanziamento sociale”, dice il presidente dell’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese, Maurizio Fabbri, sottolineando appunto che “l’Appennino è pronto”.

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