Tg Sanità, edizione del 23 marzo 2020
- Redazione
- 23/03/2020
- TG-Sanità
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SPERANZA: RISPETTARE LE REGOLE, NON BASTANO DECRETI
“Chi non rispetta le regole, deve sapere che mette a rischio la vita degli altri”. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenendo ad una trasmissione tv sulle reti Mediaset, torna a ribadire l’appello al rispetto delle regole di distanziamento sociale e di isolamento. “Proviamo a fermare il Paese per farlo ripartire- ha proseguito- Dobbiamo vincere questa battaglia sanitaria e dopo che sarà vinta proveremo a ripartire con più forza di prima”. Ma secondo Speranza “non basta un decreto”, perché “quello che conta è la scelta di ciascuno individuo. Faccio appello alle persone di restare a casa- ha quindi concluso- e di dilazionare tutti i contatti sociali”.
CORONAVIRUS. ISS: CURVA EPIDEMICA IN CRESCITA, SU MORTALITÀ INFLUISCE ETÀ
“La curva epidemica a livello nazionale è in crescita, le regioni al nord sono maggiormente coinvolte. In altre aree del Paese la crescita non è così importante, ma non deve illuderci”. Lo ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, nel corso di una conferenza stampa di aggiornamento sul Coronavirus. “La mortalità colpisce pazienti con più patologie e persone anziane- ha proseguito Brusaferro- e il combinato tra queste due cose è lo scenario più diffuso”. Secondo il presidente dell’Iss, siamo in una fase “in cui studiamo le misure adottate in tutto il Paese. Non possiamo ancora vedere benefici- ha sottolineato- ci vorrà ancora qualche giorno. Non dobbiamo mollare, mantenendoo queste misure”.
CORONAVIRUS. ITALIA PRIMO PAESE AL MONDO PER NUMERO MORTI, MA AUMENTANO GUARITI
L’Italia è il primo Paese al mondo per numero di morti causati dal Coronavirus, superando persino la Cina, epicentro del contagio e con una popolazione 24 volte più numerosa, che si è fermata a 3.130. Si parla di un numero di contagi che continua a salire, al momento in cui registriamo il TG sono arrivati a quota 59.138, nonostante qualche timido segnale positivo per quel che riguarda lo stabilizzarsi dei trend e i guariti.
CORONAVIRUS. STUDIO SIMA: INQUINAMENTO VETTORE VIRUS, ACCELERA CONTAGI
“Il particolato atmosferico, oltre ad essere un vettore di trasporto e diffusione per molti contaminanti chimici e biologici, inclusi i virus, costituisce un substrato che può permettere al virus di rimanere nell’aria in condizioni vitali per un certo tempo, nell’ordine di ore o giorni”. A dirlo è un gruppo di ricercatori della Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) che, in collaborazione con le Università degli studi di Bari e di Bologna, hanno esaminato i dati pubblicati sui siti delle ARPA (le Agenzie regionali per la protezione ambientale) relativi a tutte le centraline di rilevamento attive sul territorio nazionale, registrando il numero di episodi di superamento dei limiti di legge nelle province italiane. Parallelamente, gli studiosi hanno analizzato i casi di contagio da COVID-19 riportati sul sito della Protezione Civile, arrivando alla conclusione che “esiste una relazione tra i superamenti dei limiti di legge nelle concentrazioni di PM10 e il numero di casi infetti.
CORONAVIRUS. PSICOLOGO: PRIMA PAURA PER MEDICI È INFETTARE PROPRI CARI
“Tra medici e infermieri la paura delle paure è una sola: quella di essere veicolo di infezione una volta tornati a casa“. A dirlo all’agenzia Dire è lo psicologo Piero Gaspa, dell’azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata di Roma, specializzato in psicologia dell’emergenza e stress lavoro-correlato. “Questo a livello psicologico pesa- ha proseguito- perché mentre in condizioni normali, quando finiscono il turno di lavoro tornano a casa e si ricaricano, in questi giorni di emergenza la loro tensione prosegue anche nell’ambiente familiare, dove spesso ad accoglierli ci sono figli minori e genitori anziani che vorrebbero proteggere, mentre temono di essere un pericolo per loro. È questo quello che mi riferiscono principalmente”. La seconda paura, sempre tra medici, infermieri e tecnici, è quella di infettarsi anche loro. “Si tratta di una preoccupazione realistica perché il contatto fisico con il paziente c’è”, ha infine raccontato Gaspa”.
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