Torna “Un professore”, Gassmann “Amo Kant ma non avrei potuto insegnare”

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Tempo di Lettura: 3 minutiROMA (ITALPRESS) – Non poteva che partire con un ricordo di Alessandro D’Alatri, il regista scomparso lo scorso 3 maggio, la presentazione alla stampa della seconda stagione de “Un professore” (dal 16 novembre su Rai1), serie (targata Rai Fiction e Banijay Studios Italy) che proprio lui aveva tenuto a battesimo, dirigendone la prima stagione. A […]

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ROMA (ITALPRESS) – Non poteva che partire con un ricordo di Alessandro D’Alatri, il regista scomparso lo scorso 3 maggio, la presentazione alla stampa della seconda stagione de “Un professore” (dal 16 novembre su Rai1), serie (targata Rai Fiction e Banijay Studios Italy) che proprio lui aveva tenuto a battesimo, dirigendone la prima stagione. A ricordarlo sono stati la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati e tutto il cast della serie insieme, naturalmente, ad Alessandro Casale che ne ha ereditato il testimone: «Ci eravamo sentiti al telefono poco prima dell’inizio delle riprese e mi aveva fatto un grande in bocca al lupo» ricorda, ammettendo che «non è stato facile inizialmente entrare nel progetto ma tutti mi hanno aiutato a entrare in questa serie che è un vero prodotto da servizio pubblico: se ogni ragazzo avesse un professore come Dante, avrebbe sicuramente più voglia di andare a scuola».
Il prof di filosofia Dante Balestra ha ancora il volto di Alessandro Gassmann. All’inizio dei questa seconda stagione lo troviamo in una situazione di equilibrio: ama Anita (Claudia Pandolfi) dalla quale è ricambiato e vive con lei e i rispettivi figli Simone (Nicola Maupas) e Manuel (Damiano Gavino). A turbare l’armonia arrivano, però, l’ex moglie Floriana (Christiane Filangieri) e Nicola (Thomas Trabacchi), un uomo legato al passato di Anita e Manuel. Vita privata a parte, al centro della serie ci sono sempre il liceo Leonardo Da Vinci e la classe frequentata da Simone e Manuel nella quale insegna Dante. Qui ritroviamo la preside Smeriglio (Federica Cifola) e i ragazzi che già conosciamo come Luna, Matteo e Laura, affiancati in queste nuove puntate da altri compagni tra cui Mimmo (Domenico Cuomo) che nella scorsa stagione era nel carcere minorile di Napoli e che Dante è riuscito a far affidare in semilibertà alla Leonardo Da Vinci.
Alessandro Gassmann racconta di amare molto il “suo” Dante «perchè è il professore che non ho avuto e, per questo, sono stato un pessimo studente: un professore intelligente, sensibile, anche un pò psicologo». Un docente che, invece, ha avuto suo figlio Leo che firma “Dammi un bacio, Ja”, un brano della colonna sonora della serie: «Mi ha cambiato la vita» ricorda Leo. E il padre aggiunge: «Mio figlio è diventato bravo in tutte le materie proprio grazie a lui. Io non l’ho mai conosciuto ma Leo me ne ha parlato bene». Lui, che si dice grande estimatore di Immanuel Kant assicura, però, che non sarebbe stato un bravo professore «perchè non ho tantissima pazienza»; tuttavia è sicuro che «esistano tanti Balestra. Il problema è che la scuola italiana ha tante difficoltà e la qualità non può essere demandata solo a professori straordinari. Deve esserci anche l’aiuto dello Stato italiano che, però, da tanto tempo è carente». A chi gli chiede se l’arrivo di Leo nella serie, seppure solo con una canzone, possa essere una sorta di passaggio di testimone, risponde: «No. Lui fa il cantante, la sua canzone è piaciuta ed è entrata nella serie. Ultimamente fa anche l’attore e, come a tutti i giovani che cominciano, gli faccio un grande in bocca al lupo».
Claudia Pandolfi è ancora Anita, «una pasticciona, una donna inquieta che non si placa neanche con un rapporto più sereno con Dante. Ha un’urgenza che non sappiamo da dove arriva» dice l’attrice che parla di “Un professore” come di «una serie adorabile che tocca un sacco di punti che amano un pò tutti». Domenico Cuomo è, invece, Mimmo: «Il rapporto che lui ha con Dante è più simile a quello con un padre che con un professore. Il personaggio di Mimmo ci insegna a non giudicare cosa che, invece, siamo abituati a fare continuamente con i social; credo sia il peccato più grande che possiamo fare». Inoltre ci dice che «bisogna dare voce a tutti i ragazzi delle carceri, non è che su uno fa un errore deve essere vessato per tutta la vita. Si può ricominciare».
-foto ufficio stampa fiction “Un professore”-
(ITALPRESS).

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