“Tracciare-testare-trattare”, la fase 2 dell’Emilia-Romagna

Tempo di Lettura: 2 minuti

Mirko Billi
17/04/2020
Emilia Romagna, Politica
m.billi@agenziadire.com

Il commissario per l'emergenza in Emilia-Romagna ha spiegato come funzionerà: tanti tamponi per tracciare contatti positivi e intervento tempestivo Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

BOLOGNA – Nella fase 2 l’Emilia-Romagna farà proprio la raccomandazione dell’Oms “tracciare, testare e trattare” i malati di covid-19: una “cosa giustissima”, ha sottolineato ieri il commissario per l’emergenza Sergio Venturi, che oggi durante la consueta diretta della Regione per l’aggiornamento dei dati sull’epidemia ha descritto il protocollo che verrà utilizzato nella fase di ‘convivenza’ col virus successiva al lockdown.

“Tracciare- spiega il commissario- vuol dire essere in grado, e dovremo farlo sicuramente nella fase 2 quando ci accorgeremo che un paziente è positivo, di andare immediatamente a trovare tutti i positivi tra i suoi contatti, vicino a dove vive o dove si è infettato. Testare vuole dire fare necessariamente il tampone a tutti quelli che abbiamo trovato e tracciato per capire quanti si sono infettati e metterli immediatamente sotto controllo, in quarantena”. Questo, sottolinea Venturi, “ci sarà consentito perché non ci sarà un’ondata vera e propria, ma una infezione endemica, che ogni tanto dà nuovi positivi e noi dovremo essere capaci di essere molto aggressivi col virus e fare tanti tamponi. Su questo ci stiamo davvero attrezzando e preparando”.

Infine, la terza gamba del processo: trattare. Significa “fare venire il paziente negli ambulatori Covid o andarlo a trovare nella sua casa per dargli un trattamento che consenta di mantenere la malattia in uno stadio non grave”, spiega ancora l’ex assessore regionale alla Sanità.

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