Trecastagni, Cinquerughe: uno Chef, tanti mondi
Lo Chef Angelo Cinquerughe si racconta attraverso un affascinante percorso culinario all’insegna delle contaminazioni che ne hanno influenzato l’idea di cucina. Dal Veneto al Giappone, dalle montagne di Cortina D’Ampezzo ai profumi della Sicilia, in un viaggio che ripropone i momenti più importanti della sua vita lavorativa. Appuntamento, oggi, venerdì 6 maggio alle ore 20.00 presso l’Osteria di Cantina Nicosia per inaugurare la nuova stagione con una selezione di piatti creati appositamente dal resident chef.
Classe ‘72, siciliano doc, affabile e gran lavoratore, lo chef catanese scelto dalla famiglia Nicosia per guidare l’Osteria di cantina da tempo pensava a un percorso gastronomico che raccontasse la sua idea di cucina, le sue esperienze e la sua personalità, senza stravolgere i sapori e gli ingredienti che rimangono i veri protagonisti di questo racconto.
Si dice che ognuno di noi sia la somma delle esperienze che ha vissuto; nel caso di uno chef si può aggiungere anche dei piatti che ha preparato. Dall’entrée che rappresenta i sapori e i profumi della Sicilia, con una rivisitazione della Caponata della Baronessa di Carini, piatto storico palermitano, per arrivare al Giappone e alla cucina orientale che, a partire dal Saccottino di pasta fillo sino ai secondi di pesce, fa più volte capolino nel menù; in mezzo, una breve sosta in Veneto con il Baccalà mantecato, gli ingredienti e le suggestioni delle passate esperienze ‘alpine’ e il costante ritorno ai sapori di casa, quell’isola, terra di mare e sole, protagonista assoluta del piatto che lo chef dedicherà a una persona speciale.
«Abbiamo iniziato la collaborazione con Angelo poco più di un anno fa – racconta Graziano Nicosia, volto dell’omonima cantina – ci sembrava giusto presentarlo ai nostri ospiti con una cena che lo rappresentasse in pieno. Quando lavori con l’enogastronomia non è sempre facile trovare l’equilibrio giusto tra i vini e i piatti che li accompagnano, il risultato finale dipende dalla sensibilità dello chef e dalla conoscenza che ha dei vini che ci rappresentano. Angelo ha saputo trovare nelle sue creazioni questo equilibrio. Questa cena dedicata ci è sembrato il modo più giusto per fare le presentazioni di rito e anche una buona scusa per salutare la nuova stagione».
A fare gli onori di casa Anastasia de Luca, fiduciaria della condotta Slow Food Catania, con la quale Cantine Nicosia collabora abitualmente. A lei, profonda conoscitrice delle migliori espressioni gastronomiche della nostra terra e non solo, il compito di presentare lo chef e le sue creazioni.
«Abbiamo avuto modo di lavorare insieme diverse volte con tutta la squadra di Cantine Nicosia- racconta Anastasia de Luca – Ogni volta che abbiamo proposto un’iniziativa hanno sempre risposto con entusiasmo. L’ultima volta che abbiamo collaborato insieme è stato per il pranzo di Natale. In quell’occasione ho avuto modo di conoscere personalmente lo chef Cinquerughe, la sua preparazione in cucina, il rispetto che ha per gli ingredienti e le materie prime, per i prodotti del territorio mi hanno molto colpita. Ma sicuramente la sua umiltà e i suoi modi garbati hanno fatto il resto. Sono emozionata e orgogliosa di avere il privilegio di presentarlo. Angelo Cinquerughe è davvero uno chef ma in primis una persona di cuore e di grandissima umiltà. E poi, cucina davvero bene… ».
Il suo motto è “Il mestiere si ruba con gli occhi” osserva, impara e fai tua ogni singola esperienza. Cresciuto a pane e ricette sin da piccolo osservava sua mamma cucinare, da lei ha ereditato l’amore per la cucina. Il rispetto degli ingredienti e la conoscenza di ognuno di loro invece la deve a suo papà, con il quale andava puntualmente a fare la spesa, imparando a riconoscere gli alimenti e la loro freschezza.
«Ho imparato guardando gli altri – racconta lo chef – non ho mai avuto un mentore che mi insegnasse cosa fare o non fare, ho commesso errori dai quali ho imparato, ho collezionato esperienze su esperienze cercando di prendere il più possibile da ognuna di queste. La mia idea di cucina è semplice: lavorare a testa a bassa e senza sgomitare. Questa cena nasce dall’idea di presentarmi, di raccontare le mie esperienze e di farlo nel modo a me più congeniale, cucinando. La collaborazione con la famiglia Nicosia è stato un grande stimolo per me, e sono sicuro che avrò modo di crescere ancora, perché soprattutto in questo lavoro non si finisce mai di imparare. Saremo una grande brigata venerdì sera, tanti amici e colleghi con cui ho collaborato negli anni, saranno presenti per festeggiare insieme un altro grande traguardo. C’è una piccola parte di loro in ogni piatto, perché ogni chef mette sempre nei piatti una parte di sé. Giocheremo con gli accostamenti, attraverso sapori e tradizioni, contaminazioni e cambiamenti ma soprattutto con tanta curiosità perché “La curiosità è quel qualcosa in più che ci spinge a migliorare ogni giorno”».
Immancabili, ovviamente, le etichette di casa Nicosia ad accompagnare le sette portate del menù, in un gioco conturbante di rimandi e contrapposizioni che, partendo dal metodo classico ‘Sosta Tre Santi’ Etna Rosato Brut 2019 premiato con i 5 Grappoli da Bibenda e candidato agli Oscar del Vino del prossimo giugno, coinvolgerà due delle etichette più rappresentative della storica azienda di Trecastagni: il Carricante dal lungo affinamento Etna Bianco Contrada Monte Gorna ‘Vecchie Viti’, annata 2018, e la nuova annata 2021 del Frappato Biologico Senza Solfiti Aggiunti prodotto nei vigneti di Vittoria.
Nei piatti un filo conduttore, il pesce e le sue rivisitazioni come protagonisti di un racconto dove tradizioni e paesi lontani si mescolano insieme dando vita a un percorso sensoriale capace di stupire senza stravolgere la materia prima. E come diceva qualcuno: “Che lo vogliate o no, un buon piatto è anche scoperta, brivido, stupore, sogno, prodigio, affinità, adorazione, qualche volta disappunto e delusione. Se non fosse tutto questo si chiamerebbe solo cibo”.