Trentalange “Orsato in tv? Un buon inizio”

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ROMA (ITALPRESS) – Se l’esperimento Orsato verrà ripetuto ogni domenica “è un pò presto per dirlo. Ieri è stato un momento importante, dobbiamo fare un’analisi ma credo sia stato un buon inizio, l’ospitalità è stata corretta e i messaggi sono passati. Non siamo bravissimi a comunicare, siamo più bravi ad arbitrare, ma se si conosce l’aspetto più umano dell’arbitro forse diamo un servizio in più al calcio e al sistema”. La ‘rivoluzionè firmata Alfredo Trentalange è iniziata. A una settimana dalla sua elezione come presidente dell’Aia, ecco la prima promessa mantenuta con Daniele Orsato ospite di “Novantesimo Minuto” su Rai2, il giorno dopo aver diretto Spezia-Parma. Una svolta storica e che nelle intenzioni del nuovo numero uno dell’Assoarbitri non resterà isolata. “Credo che tutto ciò che facciamo come apertura, come innovazione, come trasparenza, ci permette di dare un servizio al calcio – sottolinea Trentalange ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’ su RadioUno – Orsato non è la persona che gli altri pensano, lo immaginano come un duro ma l’umanizzazione degli arbitri porterà ad abbattere tutta una serie di tabù”. Non è da escludere in futuro anche l’arbitro in sala stampa dopo la partita (“pensiamoci, parliamone ma adesso è prematuro”), di sicuro la strada è tracciata. Di episodi di violenza nei confronti degli arbitri a livello giovanile e dilettantistico se ne contano troppi e proprio per questo, secondo Trentalange, per vincere questa battaglia serve “mettere in atto un sistema di prevenzione che non può che essere culturale. Se si conosce l’arbitro, il diverso, se lo si vede nel quotidiano, lo si vede allenarsi, andare a letto alle 10 il giorno prima della partita, ci si allena con lui durante la settimana, se lo si conosce il diverso fa meno paura”. Il numero uno dell’Aia insiste anche per il doppio tesseramento a livello giovanile (“avremo così in futuro arbitri con più cultura calcistica”) mentre sulla possibilità di vedere una donna dirigere in serie A, “il mio sogno è riuscirci nel giro di due anni. Siamo indietro e ci stiamo attrezzando. C’è tutto un movimento che va messo in rete, con condivisione di esperienza e competenze, con tavoli di lavoro. Ci dobbiamo attrezzare per dare più sostegno, più supporto e formazione alle donne che ci stanno dimostrando di essere all’altezza”. Altro nodo da affrontare è il limite di età per gli arbitri. “Abbiamo vissuto con sofferenza il fatto che Rocchi avrebbe potuto ancora, per le sue capacità, continuare ad arbitrare: avremmo avuto due arbitri agli Europei. Il limite di età va rivisto, calcolando tutte le variabili, ed è una decisione da prendere insieme”. Non dipende dall’Aia la possibile introduzione della Var a chiamata: “Daremo la nostra disponibilità a un’eventuale sperimentazione ma è presto per definire i termini e i tecnicismi di questa innovazione”, garantisce Trentalange, per il quale le priorità sono altre in questo momento, ovvero la Sala Var e l’arrivo della tecnologia anche in B. “Giudico positivo lo sforzo di Federazione e Leghe per avere una sala Var che porterà a fare cultura e formazione, perchè avere un centro unico porta ad avere uno scambio maggiore di idee. Si cresce per confronto e faremo di tutto per accelerare la formazione e rivedere anche gli organici affinchè nel più breve tempo possibile si possa avere la Var in serie B dove è una necessità”. Felice anche per la riunificazione delle Can di A e B (“permette ai giovani di crescere e condividere le esperienze: è come passare dalla raccolta di figurine a essere al fianco del calciatore”), per Trentalange raggiungere un’uniformità di giudizio nelle decisioni arbitrali “potrebbe essere quasi un’utopia ma noi cerchiamo una solidarietà tecnica, che tutti facciano la stessa cosa”.
(ITALPRESS).

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