Un treno chiamato Elvis Express

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Durante la seconda settimana di gennaio, ogni anno, nella sperduta cittadina di Parkes nel Nuovo Galles del Sud, in Australia – già al centro delle cronache a causa dei terribili incendi che stanno interessando la regione – prende luogo un evento folkloristico degno della nostra massima attenzione: il Parkes Elvis Festival, occasione in cui una marea di appassionati e sosia si raduna per celebrare Elvis Presley, l’icona musicale nata in Mississipi l’8 gennaio 1935 e tra le figure più amate della storia della musica (gli vogliono bene proprio tutti, se considerate che a novembre del 2018 anche Donald Trump l’ha insignito di una Medaglia presidenziale della libertà alla memoria, il massimo riconoscimento pubblico degli Stati Uniti d’America).

Per raggiungere la località in Australia sede del raduno di Elvis-ofili, dalla stazione centrale di Sydney parte un treno che in sette ore promette di scaricare in loco gli appassionati. È proprio in questi spazi raccolti, dove discutibili parrucche posticce indossate da individui ubriachi sovrappeso si incontrano con costumi da pin-up calzati dalle signore, che viene dato nuovo lustro al senso del trash, la cui forza non si ferma neppure di fronte alla tragedia degli incendi (e per fortuna: è un modo per non pensarci, almeno per un po’).

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