Una coop su 5 in Emilia-Romagna ha perso fino a 50% fatturato

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L’assemblea dei delegati ha riconfermato Francesco Milza alla guida di Confcooperative Emilia-Romagna per altri quattro anni Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

BOLOGNA – La pandemia ha picchiato duro anche sulla cooperazione. Lo testimoniano le imprese che hanno partecipato alla rilevazione promossa da Confcooperative Emilia-Romagna e presentata in occasione dell’assemblea dei delegati che si è tenuta questa mattina a Bologna. L’indagine ha coinvolto 283 cooperative dei settori sociale (44%), lavoro e servizi (29%) agroalimentare (14%), culturali e sportive (9%).

Il 64%, ha attivato gli ammortizzatori sociali, di queste il 35% li ha usati per 15 settimane, il 26% fino a 22 settimane. Il 20% prevede una riduzione di fatturato su base annua del 10%, un altro 35% una riduzione del 30% e il 21% delle cooperative prevede una riduzione fino al 50%. Il 39% del campione prevede che le perdite di fatturato non siano recuperabili”, fa il punto il presidente Francesco Milza nella relazione introduttiva. E la sfilza di numeri non è finita.

Secondo Unioncamere, le imprese cooperative in Emilia-Romagna registreranno un calo del del 9,5%, mentre le imprese in deficit di liquidità, sono il 32%. A fine giugno, il totale delle imprese attive è diminuito dello 0,7%, mentre la cooperazione registra una flessione del 2,8%.

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“Siamo dentro una crisi che da sanitaria sta diventando anche economica e i cui effetti più drammatici li vedremo solo nei prossimi mesi. Non credo sia esagerato dire che la portata di quello che dovremo affrontare sarà più grave di quella della crisi finanziaria del 2008 e persino del 1929“, avverte Milza.

Negli ultimi mesi “ci siamo resi conto che oltre al debito pubblico, il fardello più pesante è quello della burocrazia, che soffoca l’intraprendenza imprenditoriale e le opere pubbliche programmate da tempo. Spesso sentiamo rievocare il ‘ponte di Genova’, come modello per fare ripartire il nostro Paese. Ciò significa che tutto quello che in questi anni si è stratificato in termini di documenti da produrre, certificazioni, autority, va superato”, scandisce il presidente di Confcooperative Emilia-Romagna.

“È persino banale ribadirlo, ma servono meno regole, procedure chiare e una autorità pubblica che controlli“, aggiunge. Le risorse del Recovery fund sono un’occasione per il Paese, ora “il nostro Paese e le istituzioni regionali, hanno l’obbligo di intraprendere una strada di riforme e di investimenti per scongiurare conseguenze peggiori. I fatti ci dicono che l’Italia ha grandi potenzialità, ma va disinnescato il clima di sfiducia, il timore che non ci sia un futuro per i giovani”, sprona Milza.

“Le imprese, dopo il sostegno alla liquidità e gli ammortizzatori sociali che per i comparti ancora fermi hanno urgente bisogno di essere prorogati, hanno la necessità di rafforzarsi patrimonialmente, con provvedimenti che modifichino valutazioni e parametri attualmente in vigore”, chiede il numero uno della centrale cooperativa emiliano-romagnola.

La prossima settimana, intanto, inizierà la discussione in Regione per la stesura del nuovo patto per il lavoro. “E’ necessario in questa situazione mantenere un rapporto di collaborazione tra tutti gli attori economici e sociali con il sindacato dei lavoratori in particolare, con il quale molti fronti sono aperti, soprattutto dopo questa fase”, mette le mani avanti Milza. “Riteniamo che vadano messe da parte, posizioni riemerse in questi mesi circa il ritorno alla pubblicizzazione di attività e servizi. Per rispondere più efficacemente ai bisogni, servono piuttosto più sussidiarietà e co-progettazione“, è la sfida al sindacato del presidente di Confcooperative.

Lotta al cambiamento climatico, strumenti più snelli per aiutare le imprese colpite dalle calamità naturali, economia circolare, innovazione organizzativa e tecnologica, nuovi servizi sociali e sanitari sono le sfide che il movimento cooperativo intende cogliere nei prossimi anni.

“Ce la faremo? Saremo adeguati? Dovremo cambiare la nostra organizzazione? In momenti come questi abbiamo bisogno che le migliori energie del nostro sistema si facciano coinvolgere nell’azione progettuale e sindacale, perché stiamo affrontando tempi straordinari e per uscire serve un impegno diffuso”, chiede Milza, che fa un bilancio positivo, almeno in Emilia-Romagna, del lavoro fatto dall’Alleanza delle cooperative, il progetto di fusione delle tre centrali che fa fatica a decollare.

“Sappiamo il percorso che è stato fatto, le difficoltà incontrate, i territori e i settori che sono più avanzati nella collaborazione, ma finora è mancata la spinta per completare il percorso dell’Alleanza. Sappiate però, che in Emilia Romagna le questioni importanti che si discutono con le varie istituzioni regionali, non solo la Regione, vengono affrontate congiuntamente con una attività preparatoria propedeutica alla tenuta di posizioni unitarie e condivise. Nei fatti in questa regione l’Alleanza opera eccome”, conclude.

MILZA CONFERMATO ALLA PRESIDENZA CONFCOOPERATIVE EMILIA-R.

Secondo mandato pieno per Francesco Milza alla guida di Confcooperative Emilia-Romagna, associazione che riunisce 1.580 imprese cooperative con 228.000 soci, 86.000 addetti e un fatturato complessivo di 14,2 miliardi di euro. L’assemblea dei delegati che si è tenuta questa mattina in modalità mista (con una rappresentanza presente al Palazzo della Cooperazione di Bologna e la restante parte collegata in diretta streaming), ha riconfermato il presidente uscente per acclamazione.

La votazione si è svolta al termine dell’assemblea ‘Costruttori di bene comune. Bisogni che sfidano il futuro’ alla quale sono intervenuti in video-collegamento l’arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Zuppi, il ministro delle Infrastrutture, Paola De Micheli, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, e il numero uno nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini.

Rinnovato anche il consiglio regionale composto da 60 membri (un terzo le donne) e anche il collegio dei revisori dei conti. Cinquantasei anni, socio e amministratore delegato della cooperativa di servizi logistici San Martino di Piacenza che dà lavoro a oltre 1.700 persone, Milza guiderà l’organizzazione per i prossimi quattro anni.

“Negli ultimi quattro anni le imprese del sistema Confcooperative Emilia-Romagna hanno creato oltre 10.000 nuovi posti di lavoro (+13,4%), dimostrando tutta la loro vitalità economica e capacità di resilienza. Ma oggi il futuro si presenta molto più incerto. Ci aspettano quattro anni difficili, caratterizzati dalle conseguenze economiche e sociali dell’emergenza sanitaria Covid-19. Dovremo ripensare modelli organizzativi, produttivi e di erogazione dei servizi, dimostrando di essere costruttori di bene comune anche in questa situazione”, guarda avanti Milza.

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